mercoledì 11 luglio 2012

Chapter 1 - It all begins


Stavo camminando lentamente e con passi pesanti, trascinandomi senza vigore e con la totale assenza di attenzione verso quello che mi circondava, quando la vidi la prima volta, grazie al caso, certamente.
La mia vita aveva subito un brusco cambiamento dopo quello che era successo a mio padre, e lo stupro che quest'ultimo era stato costretto a ricevere passivamente lo aveva segnato psicologicamente, e sicuramente non lo avrebbe mai più abbandonato, per tutto il tempo che gli rimaneva da vivere. Trasferirsi in una nuova città era parsa l'unica soluzione degna di essere presa in considerazione, e si era rivelata una buona scusa per allontanarmi dalla mia vecchia vita, che da qualche tempo ad ora, aveva iniziato a vacillare terribilmente.
Secondo quello che avevo avuto modo di osservare, guardando i film che giornalmente mi venivano propinati dalla tv pubblica, giunta nella nuova scuola, l'attenzione del gruppo maschile si sarebbe dovuta monopolizzare su di me. Come non concentrarsi sulla nuova ragazza che tanto necessitava di un concreto e valido aiuto per raggiungere il corridoio est? Quale nobile cavaliere avrebbe portato i suoi libri, nell'effimera speranza di vedersi concesso in seguito un appena accennato sorriso dalle di lei labbra?
Le mie labili speranze furono lacerate con la stessa ferocia con la quale una gazzella viene addentata da un ghepardo, quando per la prima volta, i miei occhi si posarono sulla perfetta e onirica forma di colei che mai e poi mai mi sarei stancata di guardare.
Il corridoio era punteggiato da volti pallidi e troppo simili perchè potessero attirare la mia attenzione, ma lei era qualcosa di incredibilmente inumano.
Era intenta a sollevarsi da una rovinosa caduta, quando mi resi conto della grazie che aveva nel compiere qualsiasi movimento. Perfino il più piccolo spostamento di dita, compiuto da lei, pareva in totale armonia con il resto dell'universo.
Era una ragazza che aveva dell'incredibile.
I suoi capelli, forti come nailon, erano intrisi di un sensuale strato di bianca polvere che la rendeva degna del titolo di “Regina delle nevi”. Il suo poderoso volto era reso ancor più nobile da piccoli puntini bianchi, ormai sul punto di esplodere, per creare quello che, certamente, sarebbe stato uno spettacolo che niente avrebbe avuto da invidiare ad una pioggia di stelle cadenti.
Mi soffermai per alcuni interminabili istanti sul naso.
Quella parte del corpo che, oltre alla caccia, non mi era mai parso di alcun degno utilizzo, assunse una nuova prospettiva per me, nell'esatto istante in cui piccole palline verdi, fortemente rassomiglianti a gemme orientali, presero la via della fuga da quelle narici, all'interno delle quali, sarebbe stato un piacere per me, essere reclusa.
La ragazza venne aiutata da tutti coloro che in quel momento le erano vicino, e questo mi fece capire che non ero l'unica ad aver capito di quale rara bellezza essa fosse dotata.
Non potei fare a meno, una volta osservata nella sua interezza, di adocchiare le sue maestose forme che da sotto quella indegna t-shirt comparivano. Era come se tutto il suo corpo fosse formato da cuscini imperiali, che tentavano invano di darsi alla fuga, da entrambi i lati del suo essere.
Non feci in tempo a riprendere fiato, che il mio sguardo venne colpito da qualcosa di ancor più inverosimile.
Alle spalle della creature che già aveva cambiato prospettiva alla mia tormentata esistenza, vi era un giovane altrettanto attraente, quanto mascolino.
Era l'unico dei presenti che non era corso in aiuto della ragazza, ma anzi, aveva iniziato a ridere, come in preda ad una fuga di gas esilarante.
La sua pelle, opaca in certi punti e ricoperta di eleganti rigonfiamenti in altri, gli conferiva un'aria fiera ed onnipotente, mentre i denti che in quel momento metteva in mostra, parevano essere stati intrisi nell'oro colato, grazie al colore che li contraddistingueva.
Li, nell'esatto punto in cui i suoi arti superiori si congiungevano al busto, una suadente chiazza si faceva spazio, come se fosse stato bagnato dalle lacrime degli dei.
Per un istante, pensai che le mie gambe mi venissero meno.
Alle mie spalle due ragazze stavano sospirando sonoramente, mentre i loro occhi non parevano voler lasciare andare la maestosa forma del ragazzo che fino a qualche istante aveva insaporito la mia giornata.
<< Ogni giorno che lo guardo è sempre più bello.>> Disse una di loro, con il tono di chi sta per cedere ai suoi primordiali istinti.
La ragazza la suo fianco pareva altrettanto convinta.
Le sue fin troppo simmetriche labbra si arricciarono << Non è possibile che esista un essere così perfetto. Nunzio è sicuramente un dono della natura.>>
Nunzio.
Ripetei il suo nome nella mia mente, certa che mai e poi mai mi avrebbe abbandonata.
Quelle sei lettere che niente avevano di particolare, usate per appellare quella divina visione, assumevano una colossale importanza.
Nunzio.
Era mai possibile che perfino il suo nome riflettesse la rimarcata bellezza che il ragazzo mostrava?
Un nome che, se pronunciato, riusciva a riempire la bocca di un aroma gustoso e dissetante.


La città nella quale adesso risiedevo aveva l'improbabile nome di “Orentown”.
Era un anomalo compattato di abitazioni che si prolungavano lungo una valle, ai piedi di una possente montagna.
Casa nostra si trovava esattamente davanti al supermercato, a qualche passo dalla statua di Vlad III, figura che ornava tutte le cittadine del nostro paese, e che da un po' di tempo nemmeno tenevo in considerazione. La sua assidua presenza era diventata quasi insopportabile.
Nonostante l'enorme crisi economica che stava dilaniando la popolazione, mio padre era riuscito a trovare lavoro come contabile di un'azienda chiamata “Bloodmallow”, specializzata nella produzione di dolciumi per bambini, che aveva la sua sede principale ad Orentown.
Stranamente il settore dei dolciumi era stato l'unico a non essere colpito dal tremendo rialzo dei prezzi, e continuava quindi a vendere, riuscendo sempre più a fidelizzare i propri clienti.
Il nostro paese ne aveva viste davvero di tutti i colori.
Il primo dei fatti che aveva contribuito a renderci ridicoli agli occhi del mondo, era stato lo scoprire che il nostro premier, il venerato Orsusvino Bellici, era stato colto in flagrante mentre se la spassava con delle vamp della costa orientale, di appena centotrenta anni, una cosa innaturale per uno come lui, che aveva da poco superato il millennio.
Una volta dimessosi, il suo posto era stato preso da un governo provvisorio a capo del quale figurava un uomo chiamato Marìo Bjerge, un tale che aveva un talento per la demagogia, e ci aveva fatti fessi con le sue inutili e spropositate promesse.
L'unica cosa che era in realtà riuscito a portare a termine era un impressionante rialzo delle tasse, e non solo.
Il suo governo di professionisti, stava costringendo un gran numero di persone a darsi allo zero negativo, il che non era affatto cosa giusta, visto il sapore disgustoso che quest'ultimo aveva.
Tali argomenti furono affrontati da alcuni dei miei nuovi professori, che fortunatamente non mi imposero la ridicola tradizione del presentarsi davanti a tutti.
Non incontrai Nunzio in nessuna delle mie lezioni. Le classi nelle quali ero stata mandata erano ornate da cerei e statuari volti, che avevano nel tempo scatenato il mio disgusto.
I ragazzi di quella scuola non avevano niente di diverso da quelli che avevo sempre incontrato.
Erano alti quanto querce centenarie, e i loro occhi erano di un osceno color blu viagra.
I loro corpi non parevano conoscere la parola “Morbidezza” e toccarli era come sfiorare un pezzo d'amianto. Erano riprovevoli corpi inanimati, senza calore.
Per non parlare delle ragazze tra le quali figurava la mia persona.
La loro natiche erano riprovevolmente sode e turgide, così come anche il loro seno, talmente rotondeggiante da diventare obsoleto.
I loro volti erano bianchi e sterili, come se fossero degli automi.
Mi chiedevo quale cattiveria potessimo aver mai compiuto in passato per meritare una tale tortura.
Ma Nunzio non era come tutti gli altri.

Lui poteva vantare una morbidezza che avrebbe acceso le passioni di qualunque ragazza gli fosse capitata davanti.
Mentre la ragazza che avevo visto questa mattina, non aveva niente a che fare con noi altre comuni immortali.
Le sue braccia, a differenza delle nostre, potevano vantare dei meravigliosi e teneri puntini che le donavano un'aria ancor più elettrizzante.
Quando scuoteva velocemente queste ultime, le morbide carni che sotto esse riposavano, danzavano con una grazie inaudita e disarmante.
Ero certa di non aver mai visto niente di simile in tutta la mia esistenza.


Fu all'ora di pranzo che capii meglio chi fossero.
Ero riuscita ad attaccare bottone con una ragazza durante la lezione di matematica, la quale mi aveva invitata ad accomodarmi con lei durante l'ora di pranzo.
Ero riuscita a impossessarmi dell'ultima ciotola di polpette B negative, non esattamente le mie preferite, ma sempre meglio di uno zero.
Fu mentre mangiavo tranquillamente che li vidi arrivare.
Erano in tre, e con fatica riuscii a non rigurgitare il cibo che avevo in bocca quando li vidi assieme.
Lo spettacolo che ci stavano offrendo era indescrivibilmente magnifico.
<< Li hai notati eh?>> Domandò maliziosa Margareth, la ragazza sopracitata.
Annuii, senza poter staccare lo sguardo dai ragazzi.
<< Sono i Fottarelli. Nunzio, Gervasio e Addolorata.>>
Deglutii.
La ragazza che avevo visto questa mattina adesso aveva anche un nome.
Addolorata.
Com'era possibile che tali perfette figure potessero avere dei nomi altrettanto degni di loro?
Il ragazzo che capii chiamarsi Gervasio mi appariva nuovo, ma non aveva niente da invidiare ai sui fratelli.
Il suo volto, segnato da solchi simili a crateri lunari, accentuavano maggiormente le sue orecchie, simili ad angeliche ali. Le sue braccia erano così fini e serpentine, ma la cosa che più attirò la mia attenzione furono i fili dorati che formavano il suo perfetto e unico sopracciglio.
<< Niente male vero?>> sussurrò Margareth, in preda alla totale eccitazione.
Scossi la testa << Già. Niente male.>>

6 commenti:

  1. Ciao. ^^
    Eccomi qui a commentare il tuo primo capitolo. Finalmente sono riuscita a leggerlo e posso darti il mio parere. (:
    Essendo per l'appunto il primo capitolo non posso darti un giudizio complessivo, ma è buono: vengono introdotti i personaggi e la storia di quella che dovrebbe essere la protagonista (ancora senza nome), giusto?
    Non sono una critica letteraria, quindi prendi il mio commento con le pinze, ma sono molto curiosa di continuare la lettura non appena avrò tempo. (:

    PS. Ma Orsusvino Bellici è quello (o meglio, colui) a cui penso io?!

    Veronica ^_____^

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    1. Mi fa piacere che ti abbia incuriosito.
      Si hai ragione, essendo il primo capitolo non si può certo pretendere che tu dia un giudizio completo.
      Ti avverto però che con l'avanzare dei capitoli il tutto prenderà una piega differente da quello che è l'inizio. Ma questo lo lascerò scoprire a te, se (certamente) ne avrai voglia.

      PS: Si, è l'anagramma di colui che tu credi.

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  2. Ciao :) Sono de 'Le migliori frasi della Y', e ho letto il primo capitolo, complimenti! Scrivi in maniera fluida, IMHO.

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    1. Per quanto modesta la tua opinione è ben accetta!
      Spero leggerai anche i capitoli seguenti, sono curioso di sapere cosa ne pensi del proseguimento, vorrei capire se secondo te ho scelto o meno una buona strada.
      Grazie ancora ^^

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  3. Ciao! Ho letto questo primo capitolo e ho deciso di lasciarti questo commento.
    Ovviamente non sarà totale, per darne uno più completo dovrei comunque andare avanti e ancora non l'ho fatto.
    Parto dal dire che il tuo stile mi piace anche se a volte alcune cose mi hanno mandata in confusione, forse perché ancora non si sa nulla della protagonista; il fatto che viene narrato tutto in prima persona, mi ha fatto pensare che alcune descrizioni sono troppo perfette e con termini che pensando non ci verrebbero mai, però va detto che il tuo personaggio sicuramente non avrà l'età di un'adolescente quindi il tutto può essere giustificato da anni maggiori di vita.
    L'idea di questa scuola, di questa società e della crisi la trovo molto buona, nonostante credo siano palesi dei riferimenti alla situazione reale: fai bene a sfruttare questa situazione a tuo favore. Se si scrive si prende ispirazione da tutto, sia da un oggetto che da una catastrofe, quindi ottimo questo tuo punto.
    Che dire? Sicuramente il seguito sarà interessante, anche perché spero approfondirai anche altri personaggi al momento solo nominati.

    Lucia - Emozioni di penna

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    1. Grazie mille. La tua analisi è davvero azzeccata.
      Si direi che con l'avanzare del racconto, vengono fuori anche altri personaggi, ma anche la storia in se non si baserà più sulla vena umoristica che ho utilizzato fin ora.
      Sono davvero curioso di sapere cosa ne pensi del seguito.
      Aspetto tuoi futuri commenti :]

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