Stavo camminando lentamente e con passi
pesanti, trascinandomi senza vigore e con la totale assenza di
attenzione verso quello che mi circondava, quando la vidi la prima
volta, grazie al caso, certamente.
La mia vita aveva subito un brusco
cambiamento dopo quello che era successo a mio padre, e lo stupro che
quest'ultimo era stato costretto a ricevere passivamente lo aveva
segnato psicologicamente, e sicuramente non lo avrebbe mai più
abbandonato, per tutto il tempo che gli rimaneva da vivere.
Trasferirsi in una nuova città era parsa l'unica soluzione degna di
essere presa in considerazione, e si era rivelata una buona scusa per
allontanarmi dalla mia vecchia vita, che da qualche tempo ad ora,
aveva iniziato a vacillare terribilmente.
Secondo quello che avevo avuto modo di
osservare, guardando i film che giornalmente mi venivano propinati
dalla tv pubblica, giunta nella nuova scuola, l'attenzione del gruppo
maschile si sarebbe dovuta monopolizzare su di me. Come non
concentrarsi sulla nuova ragazza che tanto necessitava di un concreto
e valido aiuto per raggiungere il corridoio est? Quale nobile
cavaliere avrebbe portato i suoi libri, nell'effimera speranza di
vedersi concesso in seguito un appena accennato sorriso dalle di lei
labbra?
Le mie labili speranze furono lacerate con la stessa ferocia con la quale una gazzella viene addentata da un ghepardo, quando per la prima volta, i miei occhi si posarono sulla perfetta e onirica forma di colei che mai e poi mai mi sarei stancata di guardare.
Le mie labili speranze furono lacerate con la stessa ferocia con la quale una gazzella viene addentata da un ghepardo, quando per la prima volta, i miei occhi si posarono sulla perfetta e onirica forma di colei che mai e poi mai mi sarei stancata di guardare.
Il corridoio era punteggiato da volti
pallidi e troppo simili perchè potessero attirare la mia attenzione,
ma lei era qualcosa di incredibilmente inumano.
Era intenta a sollevarsi da una rovinosa caduta, quando mi resi conto della grazie che aveva nel compiere qualsiasi movimento. Perfino il più piccolo spostamento di dita, compiuto da lei, pareva in totale armonia con il resto dell'universo.
Era intenta a sollevarsi da una rovinosa caduta, quando mi resi conto della grazie che aveva nel compiere qualsiasi movimento. Perfino il più piccolo spostamento di dita, compiuto da lei, pareva in totale armonia con il resto dell'universo.
Era una ragazza che aveva
dell'incredibile.
I suoi capelli, forti come nailon,
erano intrisi di un sensuale strato di bianca polvere che la rendeva
degna del titolo di “Regina delle nevi”. Il suo poderoso volto
era reso ancor più nobile da piccoli puntini bianchi, ormai sul
punto di esplodere, per creare quello che, certamente, sarebbe stato
uno spettacolo che niente avrebbe avuto da invidiare ad una pioggia
di stelle cadenti.
Mi soffermai per alcuni interminabili
istanti sul naso.
Quella parte del corpo che, oltre alla
caccia, non mi era mai parso di alcun degno utilizzo, assunse una
nuova prospettiva per me, nell'esatto istante in cui piccole palline
verdi, fortemente rassomiglianti a gemme orientali, presero la via
della fuga da quelle narici, all'interno delle quali, sarebbe stato
un piacere per me, essere reclusa.
La ragazza venne aiutata da tutti
coloro che in quel momento le erano vicino, e questo mi fece capire
che non ero l'unica ad aver capito di quale rara bellezza essa fosse
dotata.
Non potei fare a meno, una volta
osservata nella sua interezza, di adocchiare le sue maestose forme
che da sotto quella indegna t-shirt comparivano. Era come se tutto il
suo corpo fosse formato da cuscini imperiali, che tentavano invano di
darsi alla fuga, da entrambi i lati del suo essere.
Non feci in tempo a riprendere fiato,
che il mio sguardo venne colpito da qualcosa di ancor più
inverosimile.
Alle spalle della creature che già
aveva cambiato prospettiva alla mia tormentata esistenza, vi era un
giovane altrettanto attraente, quanto mascolino.
Era l'unico dei presenti che non era
corso in aiuto della ragazza, ma anzi, aveva iniziato a ridere, come
in preda ad una fuga di gas esilarante.
La sua pelle, opaca in certi punti e
ricoperta di eleganti rigonfiamenti in altri, gli conferiva un'aria
fiera ed onnipotente, mentre i denti che in quel momento metteva in
mostra, parevano essere stati intrisi nell'oro colato, grazie al
colore che li contraddistingueva.
Li, nell'esatto punto in cui i suoi
arti superiori si congiungevano al busto, una suadente chiazza si
faceva spazio, come se fosse stato bagnato dalle lacrime degli dei.
Per un istante, pensai che le mie gambe
mi venissero meno.
Alle mie spalle due ragazze stavano
sospirando sonoramente, mentre i loro occhi non parevano voler
lasciare andare la maestosa forma del ragazzo che fino a qualche
istante aveva insaporito la mia giornata.
<< Ogni giorno che lo guardo è
sempre più bello.>> Disse una di loro, con il tono di chi sta
per cedere ai suoi primordiali istinti.
La ragazza la suo fianco pareva
altrettanto convinta.
Le sue fin troppo simmetriche labbra si
arricciarono << Non è possibile che esista un essere così
perfetto. Nunzio è sicuramente un dono della natura.>>
Nunzio.
Ripetei il suo nome nella mia mente,
certa che mai e poi mai mi avrebbe abbandonata.
Quelle sei lettere che niente avevano
di particolare, usate per appellare quella divina visione, assumevano
una colossale importanza.
Nunzio.
Era mai possibile che perfino il suo nome riflettesse la rimarcata bellezza che il ragazzo mostrava?
Era mai possibile che perfino il suo nome riflettesse la rimarcata bellezza che il ragazzo mostrava?
Un nome che, se pronunciato, riusciva a
riempire la bocca di un aroma gustoso e dissetante.
La città nella quale adesso risiedevo
aveva l'improbabile nome di “Orentown”.
Era un anomalo compattato di abitazioni
che si prolungavano lungo una valle, ai piedi di una possente
montagna.
Casa nostra si trovava esattamente
davanti al supermercato, a qualche passo dalla statua di Vlad III,
figura che ornava tutte le cittadine del nostro paese, e che da un
po' di tempo nemmeno tenevo in considerazione. La sua assidua
presenza era diventata quasi insopportabile.
Nonostante l'enorme crisi economica che
stava dilaniando la popolazione, mio padre era riuscito a trovare
lavoro come contabile di un'azienda chiamata “Bloodmallow”,
specializzata nella produzione di dolciumi per bambini, che aveva la
sua sede principale ad Orentown.
Stranamente il settore dei dolciumi era
stato l'unico a non essere colpito dal tremendo rialzo dei prezzi, e
continuava quindi a vendere, riuscendo sempre più a fidelizzare i
propri clienti.
Il nostro paese ne aveva viste davvero
di tutti i colori.
Il primo dei fatti che aveva
contribuito a renderci ridicoli agli occhi del mondo, era stato lo
scoprire che il nostro premier, il venerato Orsusvino Bellici, era
stato colto in flagrante mentre se la spassava con delle vamp della
costa orientale, di appena centotrenta anni, una cosa innaturale per
uno come lui, che aveva da poco superato il millennio.
Una volta dimessosi, il suo posto era
stato preso da un governo provvisorio a capo del quale figurava un
uomo chiamato Marìo Bjerge, un tale che aveva un talento per la
demagogia, e ci aveva fatti fessi con le sue inutili e spropositate
promesse.
L'unica cosa che era in realtà
riuscito a portare a termine era un impressionante rialzo delle
tasse, e non solo.
Il suo governo di professionisti, stava
costringendo un gran numero di persone a darsi allo zero negativo, il
che non era affatto cosa giusta, visto il sapore disgustoso che
quest'ultimo aveva.
Tali argomenti furono affrontati da
alcuni dei miei nuovi professori, che fortunatamente non mi imposero
la ridicola tradizione del presentarsi davanti a tutti.
Non incontrai Nunzio in nessuna delle
mie lezioni. Le classi nelle quali ero stata mandata erano ornate da
cerei e statuari volti, che avevano nel tempo scatenato il mio
disgusto.
I ragazzi di quella scuola non avevano
niente di diverso da quelli che avevo sempre incontrato.
Erano alti quanto querce centenarie, e
i loro occhi erano di un osceno color blu viagra.
I loro corpi non parevano conoscere la
parola “Morbidezza” e toccarli era come sfiorare un pezzo
d'amianto. Erano riprovevoli corpi inanimati, senza calore.
Per non parlare delle ragazze tra le
quali figurava la mia persona.
La loro natiche erano riprovevolmente
sode e turgide, così come anche il loro seno, talmente
rotondeggiante da diventare obsoleto.
I loro volti erano bianchi e sterili,
come se fossero degli automi.
Mi chiedevo quale cattiveria potessimo
aver mai compiuto in passato per meritare una tale tortura.
Ma Nunzio non era come tutti gli altri.
Lui poteva vantare una morbidezza che
avrebbe acceso le passioni di qualunque ragazza gli fosse capitata
davanti.
Mentre la ragazza che avevo visto
questa mattina, non aveva niente a che fare con noi altre comuni
immortali.
Le sue braccia, a differenza delle
nostre, potevano vantare dei meravigliosi e teneri puntini che le
donavano un'aria ancor più elettrizzante.
Quando scuoteva velocemente queste
ultime, le morbide carni che sotto esse riposavano, danzavano con una
grazie inaudita e disarmante.
Ero certa di non aver mai visto niente
di simile in tutta la mia esistenza.
Fu all'ora di pranzo che capii meglio
chi fossero.
Ero riuscita ad attaccare bottone con
una ragazza durante la lezione di matematica, la quale mi aveva
invitata ad accomodarmi con lei durante l'ora di pranzo.
Ero riuscita a impossessarmi
dell'ultima ciotola di polpette B negative, non esattamente le mie
preferite, ma sempre meglio di uno zero.
Fu mentre mangiavo tranquillamente che
li vidi arrivare.
Erano in tre, e con fatica riuscii a
non rigurgitare il cibo che avevo in bocca quando li vidi assieme.
Lo spettacolo che ci stavano offrendo
era indescrivibilmente magnifico.
<< Li hai notati eh?>>
Domandò maliziosa Margareth, la ragazza sopracitata.
Annuii, senza poter staccare lo sguardo
dai ragazzi.
<< Sono i Fottarelli. Nunzio,
Gervasio e Addolorata.>>
Deglutii.
La ragazza che avevo visto questa
mattina adesso aveva anche un nome.
Addolorata.
Com'era possibile che tali perfette
figure potessero avere dei nomi altrettanto degni di loro?
Il ragazzo che capii chiamarsi Gervasio
mi appariva nuovo, ma non aveva niente da invidiare ai sui fratelli.
Il suo volto, segnato da solchi simili
a crateri lunari, accentuavano maggiormente le sue orecchie, simili
ad angeliche ali. Le sue braccia erano così fini e serpentine, ma la
cosa che più attirò la mia attenzione furono i fili dorati che
formavano il suo perfetto e unico sopracciglio.
<< Niente male vero?>>
sussurrò Margareth, in preda alla totale eccitazione.
Scossi la testa << Già. Niente
male.>>
Ciao. ^^
RispondiEliminaEccomi qui a commentare il tuo primo capitolo. Finalmente sono riuscita a leggerlo e posso darti il mio parere. (:
Essendo per l'appunto il primo capitolo non posso darti un giudizio complessivo, ma è buono: vengono introdotti i personaggi e la storia di quella che dovrebbe essere la protagonista (ancora senza nome), giusto?
Non sono una critica letteraria, quindi prendi il mio commento con le pinze, ma sono molto curiosa di continuare la lettura non appena avrò tempo. (:
PS. Ma Orsusvino Bellici è quello (o meglio, colui) a cui penso io?!
Veronica ^_____^
Mi fa piacere che ti abbia incuriosito.
EliminaSi hai ragione, essendo il primo capitolo non si può certo pretendere che tu dia un giudizio completo.
Ti avverto però che con l'avanzare dei capitoli il tutto prenderà una piega differente da quello che è l'inizio. Ma questo lo lascerò scoprire a te, se (certamente) ne avrai voglia.
PS: Si, è l'anagramma di colui che tu credi.
Ciao :) Sono de 'Le migliori frasi della Y', e ho letto il primo capitolo, complimenti! Scrivi in maniera fluida, IMHO.
RispondiEliminaPer quanto modesta la tua opinione è ben accetta!
EliminaSpero leggerai anche i capitoli seguenti, sono curioso di sapere cosa ne pensi del proseguimento, vorrei capire se secondo te ho scelto o meno una buona strada.
Grazie ancora ^^
Ciao! Ho letto questo primo capitolo e ho deciso di lasciarti questo commento.
RispondiEliminaOvviamente non sarà totale, per darne uno più completo dovrei comunque andare avanti e ancora non l'ho fatto.
Parto dal dire che il tuo stile mi piace anche se a volte alcune cose mi hanno mandata in confusione, forse perché ancora non si sa nulla della protagonista; il fatto che viene narrato tutto in prima persona, mi ha fatto pensare che alcune descrizioni sono troppo perfette e con termini che pensando non ci verrebbero mai, però va detto che il tuo personaggio sicuramente non avrà l'età di un'adolescente quindi il tutto può essere giustificato da anni maggiori di vita.
L'idea di questa scuola, di questa società e della crisi la trovo molto buona, nonostante credo siano palesi dei riferimenti alla situazione reale: fai bene a sfruttare questa situazione a tuo favore. Se si scrive si prende ispirazione da tutto, sia da un oggetto che da una catastrofe, quindi ottimo questo tuo punto.
Che dire? Sicuramente il seguito sarà interessante, anche perché spero approfondirai anche altri personaggi al momento solo nominati.
Lucia - Emozioni di penna
Grazie mille. La tua analisi è davvero azzeccata.
EliminaSi direi che con l'avanzare del racconto, vengono fuori anche altri personaggi, ma anche la storia in se non si baserà più sulla vena umoristica che ho utilizzato fin ora.
Sono davvero curioso di sapere cosa ne pensi del seguito.
Aspetto tuoi futuri commenti :]