<< Papà, il sangue che
utilizzate per i Bloodmallow lo estraete dagli animali, vero?>>
L'uomo che mi stava davanti aveva
un'aria esausta. Il suo volto era più scavato del solito, e non
faceva altro che controllare e ricontrollare il bilancio del mese
passato.
Prima di rispondermi, prese un lungo
sorso dall'enorme tazza che gli stava davanti << Si, in un
certo senso. Non è totalmente puro però, viene lavorato nei
laboratori per tentare di renderlo più simile a quello degli...>>
<< Umani.>> Lo interruppi
bruscamente.
Lui annuì senza sollevare lo sguardo
dallo schermo del computer.
Sospirai profondamente, toccandomi lo
stomaco per tentare di percepire a che unto era arrivata la mia
digestione.
La scena alla quale avevo assistito
qualche giorno prima mi aveva davvero portato a credere di essere
diventata folle. Probabilmente era stata la presenza di Addolorata a
farvi girare le valvole celebrali nel modo sbagliato, ne ero certa.
Quello che avevo visto uscire dalla sua bocca non poteva essere
davvero sangue.
Vi erano più di mille spiegazioni
plausibili ad un avvenimento del genere. Probabilmente la ragazza
stava masticando una gomma alla fragola, o il suo rossetto si era
mescolato con l'acqua. A certo, doveva sicuramente essere così.
Intuii che stavo vanamente tentando di
mentire a me stessa.
No. Ero sempre stata convinta che ci fosse qualcosa di strano in quei ragazzi, e questa era un'altra prova a favore della mia teoria. Avevo solo paura di ammetterlo perfino a me stessa.
No. Ero sempre stata convinta che ci fosse qualcosa di strano in quei ragazzi, e questa era un'altra prova a favore della mia teoria. Avevo solo paura di ammetterlo perfino a me stessa.
Respirai ancora una volta << E
come fate ricreare l'aroma del sangue umano? Non è andato perduto?>>
Mio padre si tolse gli occhiali,
andando a strofinarsi gli occhi e bevendo un altro sorso di caffè B
negativo. Gli avevo detto centinaia di volte di passare ad un altro
gusto, qualcosa di meno forte, per il suo bene, ma starmi a sentire
per lui pareva sempre un optional fortemente trascurabile.
Si infilò nuovamente gli occhiali <<
Vi erano tracce del loro sangue ovunque, non è stato difficile per i
nostri scienziati crearne uno sintetico che ci andasse molto vicino.
E mescolandolo con quello animale otteniamo la miscela per i
Bloodmallow.>>
Feci un cenno d'assenso << Tu hai
mai assaggiato del sangue umano?>>
Per un istante parve prestarmi davvero
attenzione. I suoi occhi si illuminarono, e vidi i suoi canini uscire
impercettibilmente in fuori.
<< Il tuo bisnonno ne conservava
una boccetta, ma è stato uno strazio per me averlo provato. Da quel
momento il sangue che bevo ogni giorno non ha niente di diverso dalla
pipì di gatto.>>
Rabbrividii all'idea.
Che gusto doveva mai avere il sangue
umano per rendere così ridicolo il sangue che vedevo
quotidianamente? A sentire mio padre, era qualcosa che dava
assuefazione. Dopo averlo assaggiato una volta, non si poteva più
fare a meno di berlo.
Deglutii.
Ironia della sorte, quando tornai in
camera mia per il compito di storia che avrei affrontato il giorno
seguente, mi accorsi che l'argomento era esattamente lo stesso che da
li a qualche giorno mi stava perseguitando. Aprii le pagine ed
iniziai a leggere senza un minimo di noia tutto quello che il libro
narrava sugli umani.
Come tutti sapevano, gli esseri umani
si erano ormai estinti centinaia di anni or sono, ma l'orribile
cicatrice che avevano lasciato sulla terra non era ancora scomparsa.
In un certo senso dovevamo ringraziarli per questo, se non fosse
stato per il loro comportamento, noi vampiri ci saremmo trovati
ancora nascosti tra le profondità della terra, in cerca di
protezione dai raggi del sole.
Nell'estrema ignoranza che aveva sempre
caratterizzato gli esseri umani, questi ultimi avevano creato un gas
inquinante che impediva ai raggi dannosi del sole di penetrare,
rendendo quindi liberi i vampiri di circolare anche di giorno. In un
certo senso, si erano scavati la fossa da soli.
Erik Jonassen. Questo era il nome del
primo vampiro che, sbadatamente, si era sporto ai raggi del sole,
scoprendo che questi ultimi erano ormai stati privati del potere
distruttivo che avevano verso noi vampiri.
Una volta diffusasi la notizia, tutti i
vampiri dell'intero globo si erano rivelati, massacrando gli esseri
umani, per tentare di ripulire il mondo dalla tremenda piaga che essi
avevano rappresentato.
Inizialmente gli uomini di potere in
rappresentanza degli umani avevano tentato di trovare qualche losco
accordo con i vampiri, arrivando addirittura alle minacce, ma non
c'era stato modo di arrestare l'uccisione della stirpe umana.
Impresso nella storia era rimasto il
discorso di Erik Jonassen ad uno dei capi di stato umani più
influenti di quel periodo, prima di ucciderlo.
L'uomo in questione aveva iniziato a
strisciare come un verme, chiedendo la grazia ad Erik, e pregandolo
di lasciarlo in vita. Jonassen gli aveva sorriso, per poi farlo
alzare in piedi e domandargli se lui mangiasse carne.
L'uomo aveva annuito, con le lacrime
che solcavano il viso.
A quel punto Erik aveva paragonato
l'uomo in questione ad un agnellino. Gli aveva chiesto se lui avesse
mai risparmiato un agnellino, vedendolo urlare in preda alla paura.
L'uomo era caduto a terra, scuotendo la
testa, suo malgrado.
Erik aveva tentato di spiegargli che,
stando alle parola dell'umano Charles Darwin, la specie con maggiori
possibilità di sopravvivenza e di adattamento , aveva la meglio
sulle altre creature, che di conseguenza, dovevano perire.
Prima di squarciargli il collo, gli aveva posto la domanda divenuta ormai celebre << Indovina a chi tocca perire, adesso.>>
Prima di squarciargli il collo, gli aveva posto la domanda divenuta ormai celebre << Indovina a chi tocca perire, adesso.>>
Per un certo periodo di tempo si era
tentato un esperimento con gli esseri umani rimasti in vita.
Essi erano stati rinchiusi in gabbie e
costretti a riprodursi affinché producessero altri loro simili.
Il loro sangue era così prelibato che
pareva uno spreco ucciderli tutti senza lasciarne più traccia.
In quegli anni vi erano stati appositi
negozi all'interno dei quali era possibile scegliere il proprio umano
e portarlo a casa, così da poter consumare comodamente il suo
sangue.
La scelta era ampia, anche se quelli
che andavano per la maggiore erano i bambini e le donne tra i
diciotto e i venticinque anni.
L'unico problema era il prezzo, e la
velocità con la quale essi si riproducevano.
Non essendo rimasti in molti, per poter
acquistare un essere umano bisognava davvero avere un reddito
impressionante, e il fatto che ci fosse bisogno di attendere nove
mesi perchè essi mettessero al mondo altri esseri come loro, li
aveva lentamente portati all'estinzione.
Dopo qualche decina di anni, pochissimi
erano rimasti coloro che avevano avuto il piacere di vedere, o
assaggiare il sangue umano. E quando erano passati un centinaio di
anni, la maggior parte di loro era scomparsa.
Secondo i Draculiani, assaggiare il
sangue umano una delle cose più imperdonabili che si potessero mai
fare, ma visti i tempi, tale atto era diventato impossibile da
praticare.
Non avevo mai visto la foto di un
umano. Tutto ciò che li riguardava era stato bruciato, raso al suolo
o distrutto. Secondo molto storici, quello umano, era un periodo che
andava totalmente eliminato dalla faccia della terra visto il
tremendo impatto che aveva avuto su di essa.
Con la totale scomparsa del genere
umano, si era però presentato un altro problema.
Il gas inquinante che per decenni essi
avevano prodotto, e grazie al quale noi eravamo potuti uscire allo
scoperto, aveva iniziato a esaurirsi e vi era stato un breve periodo
nel quale, in alcun parti del mondo ( soprattutto le meno inquinate)
molti dei raggi dannosi erano riusciti a penetrare, uccidendo non
pochi vampiri.
Gli scienziati avevano però trovato il
gas grazie al quale noi potevamo sopravvivere, e adesso vi erano
satelliti che quotidianamente lanciavano ondate di quel gas su tutta
l'atmosfera terrestre.
Per il momento, non c'era da
preoccuparsi.
Chiusi il libro, riflettendo su quanto
avevo appena letto.
Quanto potevamo considerarci migliori
degli esseri umani se anche noi avevamo compiuto una strage verso di
loro?
Quanto potevamo dire di essere più
evoluti di quelle persone, se i loro errori erano stati da noi
ripetuti?
Tutto questo non aveva senso.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in tutta la faccenda.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in tutta la faccenda.
Le parole di Erik Jonassen
riecheggiarono nella mia mente. Per i vampiri, gli esseri umani
quindi erano solo semplici animali? No, era impossibile.
I vampiri avevano trattato gli umani
peggio di come gli umani trattassero gli animali. Ero certo che gli
esseri umani non costringessero gli animali a vivere in gabbie, per
poi ucciderli a loro piacimento, Erik doveva aver mentito su questa
faccenda, nessun mai farebbe una cosa del genere.
Tranne i vampiri stessi.
Tranne i vampiri stessi.
Pensai ai Fottarelli, alla macchia di
quel rosso profondo che Addolorata aveva lasciato sfuggire dalla sua
perfetta bocca.
Loro non potevano essere degli umani.
Era impossibile che delle creature così drasticamente belle e
perfette potessero far parte di una razza descritta come barbara ed
incivile. Presi un sospiro di sollievo. Adesso ne ero certa.
Ma c'era comunque qualcosa di
incredibilmente strano in quei ragazzi.
Tornai in cucina ed afferrai un
pacchetto di Bloodmallow A positivo, notando che mio padre aveva
finalmente spento il computer, e si era seduto davanti alla TV.
Nel talk show era ormai diventata
estenuante la presenza di Lukas Jonassen, pronipote di Erik, che
veniva quotidianamente convocato per fare le veci di colui che, in un
certo senso, ci aveva liberati.
Lukas non aveva niente di diverso da
tutto il resto della popolazione maschile che avevo sempre
incontrato.
I suoi capelli, gialli come delle
piante secche e tiranti indietro con del gel, risultavano
indifferenti alla mia vista, mentre annunciava di avere una sorpresa
per i telespettatori di oggi.
I suoi denti erano talmente bianchi da
infastidirmi, quando li mostrava sorridendo, e le sue braccia tese,
mostravano perfettamente il movimento del muscolo, rendendolo quasi
una tortura per i miei occhi.
Dopo qualche minuto di discussione,
Lukas estrasse una foto, dicendo qualcosa che mi tolse il fiato.
<< Questa che vedete tra le mie
mani, è una delle ultime foto di un essere umano mai scattate.>>
Il pubblicò parve visibilmente
colpito. Quello che era stato solo un appena sussurrato bisbiglio
divenne un vero e proprio chiacchiericcio.
Venne chiesto a Lukas di mostrare la
foto direttamente alle telecamere. Il ragazzo obbedì.
Sussultai.
Mio padre mi stava guardando
preoccupato << Lace stai bene?>>
Non feci caso alle sue parole, ero
troppo presa dalla foto che in quell'istante mi stava davanti.
Rappresentava un ragazzo con dei
capelli rossi non molto più alto di me.
Ma non fu questa la cosa che mi stupì.
Il suo collo, visibilmente inesistente,
pareva essere stato sostituito da un enorme palloncino di carne. I
suoi occhi equini guardavano da parti differenti dandogli un'aria di
continua nonchalance.
Ma la cosa che più mi stupì fu
un'altra.
Come Nunzio, li dove le sue corpulente
braccia si univano al corpo, vi era una chiazza di quell'incredibile
rugiada che tanto desideravo toccare.
Come Nunzio, era bellissimo.
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