giovedì 12 luglio 2012

Chapter 4 - Guess who's going to perish, now


<< Papà, il sangue che utilizzate per i Bloodmallow lo estraete dagli animali, vero?>>
L'uomo che mi stava davanti aveva un'aria esausta. Il suo volto era più scavato del solito, e non faceva altro che controllare e ricontrollare il bilancio del mese passato.
Prima di rispondermi, prese un lungo sorso dall'enorme tazza che gli stava davanti << Si, in un certo senso. Non è totalmente puro però, viene lavorato nei laboratori per tentare di renderlo più simile a quello degli...>>
<< Umani.>> Lo interruppi bruscamente.
Lui annuì senza sollevare lo sguardo dallo schermo del computer.
Sospirai profondamente, toccandomi lo stomaco per tentare di percepire a che unto era arrivata la mia digestione.
La scena alla quale avevo assistito qualche giorno prima mi aveva davvero portato a credere di essere diventata folle. Probabilmente era stata la presenza di Addolorata a farvi girare le valvole celebrali nel modo sbagliato, ne ero certa. Quello che avevo visto uscire dalla sua bocca non poteva essere davvero sangue.
Vi erano più di mille spiegazioni plausibili ad un avvenimento del genere. Probabilmente la ragazza stava masticando una gomma alla fragola, o il suo rossetto si era mescolato con l'acqua. A certo, doveva sicuramente essere così.
Intuii che stavo vanamente tentando di mentire a me stessa.
No. Ero sempre stata convinta che ci fosse qualcosa di strano in quei ragazzi, e questa era un'altra prova a favore della mia teoria. Avevo solo paura di ammetterlo perfino a me stessa.
Respirai ancora una volta << E come fate ricreare l'aroma del sangue umano? Non è andato perduto?>>
Mio padre si tolse gli occhiali, andando a strofinarsi gli occhi e bevendo un altro sorso di caffè B negativo. Gli avevo detto centinaia di volte di passare ad un altro gusto, qualcosa di meno forte, per il suo bene, ma starmi a sentire per lui pareva sempre un optional fortemente trascurabile.
Si infilò nuovamente gli occhiali << Vi erano tracce del loro sangue ovunque, non è stato difficile per i nostri scienziati crearne uno sintetico che ci andasse molto vicino. E mescolandolo con quello animale otteniamo la miscela per i Bloodmallow.>>
Feci un cenno d'assenso << Tu hai mai assaggiato del sangue umano?>>
Per un istante parve prestarmi davvero attenzione. I suoi occhi si illuminarono, e vidi i suoi canini uscire impercettibilmente in fuori.
<< Il tuo bisnonno ne conservava una boccetta, ma è stato uno strazio per me averlo provato. Da quel momento il sangue che bevo ogni giorno non ha niente di diverso dalla pipì di gatto.>>
Rabbrividii all'idea.
Che gusto doveva mai avere il sangue umano per rendere così ridicolo il sangue che vedevo quotidianamente? A sentire mio padre, era qualcosa che dava assuefazione. Dopo averlo assaggiato una volta, non si poteva più fare a meno di berlo.
Deglutii.
Ironia della sorte, quando tornai in camera mia per il compito di storia che avrei affrontato il giorno seguente, mi accorsi che l'argomento era esattamente lo stesso che da li a qualche giorno mi stava perseguitando. Aprii le pagine ed iniziai a leggere senza un minimo di noia tutto quello che il libro narrava sugli umani.
Come tutti sapevano, gli esseri umani si erano ormai estinti centinaia di anni or sono, ma l'orribile cicatrice che avevano lasciato sulla terra non era ancora scomparsa. In un certo senso dovevamo ringraziarli per questo, se non fosse stato per il loro comportamento, noi vampiri ci saremmo trovati ancora nascosti tra le profondità della terra, in cerca di protezione dai raggi del sole.
Nell'estrema ignoranza che aveva sempre caratterizzato gli esseri umani, questi ultimi avevano creato un gas inquinante che impediva ai raggi dannosi del sole di penetrare, rendendo quindi liberi i vampiri di circolare anche di giorno. In un certo senso, si erano scavati la fossa da soli.
Erik Jonassen. Questo era il nome del primo vampiro che, sbadatamente, si era sporto ai raggi del sole, scoprendo che questi ultimi erano ormai stati privati del potere distruttivo che avevano verso noi vampiri.
Una volta diffusasi la notizia, tutti i vampiri dell'intero globo si erano rivelati, massacrando gli esseri umani, per tentare di ripulire il mondo dalla tremenda piaga che essi avevano rappresentato.
Inizialmente gli uomini di potere in rappresentanza degli umani avevano tentato di trovare qualche losco accordo con i vampiri, arrivando addirittura alle minacce, ma non c'era stato modo di arrestare l'uccisione della stirpe umana.
Impresso nella storia era rimasto il discorso di Erik Jonassen ad uno dei capi di stato umani più influenti di quel periodo, prima di ucciderlo.
L'uomo in questione aveva iniziato a strisciare come un verme, chiedendo la grazia ad Erik, e pregandolo di lasciarlo in vita. Jonassen gli aveva sorriso, per poi farlo alzare in piedi e domandargli se lui mangiasse carne.
L'uomo aveva annuito, con le lacrime che solcavano il viso.
A quel punto Erik aveva paragonato l'uomo in questione ad un agnellino. Gli aveva chiesto se lui avesse mai risparmiato un agnellino, vedendolo urlare in preda alla paura.
L'uomo era caduto a terra, scuotendo la testa, suo malgrado.
Erik aveva tentato di spiegargli che, stando alle parola dell'umano Charles Darwin, la specie con maggiori possibilità di sopravvivenza e di adattamento , aveva la meglio sulle altre creature, che di conseguenza, dovevano perire.
Prima di squarciargli il collo, gli aveva posto la domanda divenuta ormai celebre << Indovina a chi tocca perire, adesso.>>
Per un certo periodo di tempo si era tentato un esperimento con gli esseri umani rimasti in vita.
Essi erano stati rinchiusi in gabbie e costretti a riprodursi affinché producessero altri loro simili.
Il loro sangue era così prelibato che pareva uno spreco ucciderli tutti senza lasciarne più traccia.
In quegli anni vi erano stati appositi negozi all'interno dei quali era possibile scegliere il proprio umano e portarlo a casa, così da poter consumare comodamente il suo sangue.
La scelta era ampia, anche se quelli che andavano per la maggiore erano i bambini e le donne tra i diciotto e i venticinque anni.
L'unico problema era il prezzo, e la velocità con la quale essi si riproducevano.
Non essendo rimasti in molti, per poter acquistare un essere umano bisognava davvero avere un reddito impressionante, e il fatto che ci fosse bisogno di attendere nove mesi perchè essi mettessero al mondo altri esseri come loro, li aveva lentamente portati all'estinzione.
Dopo qualche decina di anni, pochissimi erano rimasti coloro che avevano avuto il piacere di vedere, o assaggiare il sangue umano. E quando erano passati un centinaio di anni, la maggior parte di loro era scomparsa.
Secondo i Draculiani, assaggiare il sangue umano una delle cose più imperdonabili che si potessero mai fare, ma visti i tempi, tale atto era diventato impossibile da praticare.
Non avevo mai visto la foto di un umano. Tutto ciò che li riguardava era stato bruciato, raso al suolo o distrutto. Secondo molto storici, quello umano, era un periodo che andava totalmente eliminato dalla faccia della terra visto il tremendo impatto che aveva avuto su di essa.
Con la totale scomparsa del genere umano, si era però presentato un altro problema.
Il gas inquinante che per decenni essi avevano prodotto, e grazie al quale noi eravamo potuti uscire allo scoperto, aveva iniziato a esaurirsi e vi era stato un breve periodo nel quale, in alcun parti del mondo ( soprattutto le meno inquinate) molti dei raggi dannosi erano riusciti a penetrare, uccidendo non pochi vampiri.
Gli scienziati avevano però trovato il gas grazie al quale noi potevamo sopravvivere, e adesso vi erano satelliti che quotidianamente lanciavano ondate di quel gas su tutta l'atmosfera terrestre.
Per il momento, non c'era da preoccuparsi.
Chiusi il libro, riflettendo su quanto avevo appena letto.
Quanto potevamo considerarci migliori degli esseri umani se anche noi avevamo compiuto una strage verso di loro?
Quanto potevamo dire di essere più evoluti di quelle persone, se i loro errori erano stati da noi ripetuti?
Tutto questo non aveva senso.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in tutta la faccenda.
Le parole di Erik Jonassen riecheggiarono nella mia mente. Per i vampiri, gli esseri umani quindi erano solo semplici animali? No, era impossibile.
I vampiri avevano trattato gli umani peggio di come gli umani trattassero gli animali. Ero certo che gli esseri umani non costringessero gli animali a vivere in gabbie, per poi ucciderli a loro piacimento, Erik doveva aver mentito su questa faccenda, nessun mai farebbe una cosa del genere.
Tranne i vampiri stessi.
Pensai ai Fottarelli, alla macchia di quel rosso profondo che Addolorata aveva lasciato sfuggire dalla sua perfetta bocca.
Loro non potevano essere degli umani. Era impossibile che delle creature così drasticamente belle e perfette potessero far parte di una razza descritta come barbara ed incivile. Presi un sospiro di sollievo. Adesso ne ero certa.
Ma c'era comunque qualcosa di incredibilmente strano in quei ragazzi.
Tornai in cucina ed afferrai un pacchetto di Bloodmallow A positivo, notando che mio padre aveva finalmente spento il computer, e si era seduto davanti alla TV.
Nel talk show era ormai diventata estenuante la presenza di Lukas Jonassen, pronipote di Erik, che veniva quotidianamente convocato per fare le veci di colui che, in un certo senso, ci aveva liberati.
Lukas non aveva niente di diverso da tutto il resto della popolazione maschile che avevo sempre incontrato.
I suoi capelli, gialli come delle piante secche e tiranti indietro con del gel, risultavano indifferenti alla mia vista, mentre annunciava di avere una sorpresa per i telespettatori di oggi.
I suoi denti erano talmente bianchi da infastidirmi, quando li mostrava sorridendo, e le sue braccia tese, mostravano perfettamente il movimento del muscolo, rendendolo quasi una tortura per i miei occhi.
Dopo qualche minuto di discussione, Lukas estrasse una foto, dicendo qualcosa che mi tolse il fiato.
<< Questa che vedete tra le mie mani, è una delle ultime foto di un essere umano mai scattate.>>
Il pubblicò parve visibilmente colpito. Quello che era stato solo un appena sussurrato bisbiglio divenne un vero e proprio chiacchiericcio.
Venne chiesto a Lukas di mostrare la foto direttamente alle telecamere. Il ragazzo obbedì.
Sussultai.
Mio padre mi stava guardando preoccupato << Lace stai bene?>>
Non feci caso alle sue parole, ero troppo presa dalla foto che in quell'istante mi stava davanti.
Rappresentava un ragazzo con dei capelli rossi non molto più alto di me.
Ma non fu questa la cosa che mi stupì.
Il suo collo, visibilmente inesistente, pareva essere stato sostituito da un enorme palloncino di carne. I suoi occhi equini guardavano da parti differenti dandogli un'aria di continua nonchalance.
Ma la cosa che più mi stupì fu un'altra.
Come Nunzio, li dove le sue corpulente braccia si univano al corpo, vi era una chiazza di quell'incredibile rugiada che tanto desideravo toccare.
Come Nunzio, era bellissimo.

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