Nei giorni che seguirono capii ancora
meglio la città che da adesso ero stata costretta a chiamare casa.
Orentown era suddivisa in tre grandi
clan, gruppi d'élite dei quali la maggior parte della popolazione
faceva parte. Il primo di essi era chiamata “La Comunità” un
insieme di fanatici religiosi che trascorrevano le loro giornate
all'insegna della preghiera e dell'astinenza.
I loro figli crescevano come emarginati
sociali, con al collo paletti di ogni genere e libri delle miracolose
imprese di Vlad III.
La religione non era qualcosa che mi
riguardava da vicino.
Avevo smesso di credere in Vlad quando
ero ancora una bambina, e nessuno mi avrebbe mai convinto a pensarla
diversamente.
Il secondo grande gruppo era chiamato
“PA”, o meglio conosciuti come coloro che si occupavano della
sicurezza della città. Il loro covo, da come mi avevano spiegato,
non era altro che un luogo nel quale regnavano l'inerzia ed i
pettegolezzi, mentre il terzo ed ultimo gruppo, i “Carnev” erano
coloro che da buon pensanti borghesi quali si consideravano,
trascorrevano la loro insignificante vita a dare giudizi sugli altri
e si occupavano dell'intrattenimento della città, organizzando feste
alle quali non presentarsi, corrispondeva ad un'alienazione sociale.
I Fottarelli non facevano parte di
nessuna delle tre categoria sopra elencate, ed esserne messa al
corrente mi fece tirare un sospiro di sollievo.
Sarebbe stato scioccante per me sapere
che delle mirabili visioni come loro si mescolavano con la plebaglia
di quel luogo.
Nunzio aveva perseguitato i miei sogni
nelle prime notti trascorse ad Orentown.
Avevo sognato di poter essere sfiorata
dalla sua conturbante e cerulea lingua. Avevo immaginato il suo corpo
avvinghiato selvaggiamente al mio, le gocce di quella inebriante
rugiada che cadevano dalle sue ascelle mi cospargevano, e le sue
lebbra, le sue meravigliose e carnose labbra, ricoperte di uno spesso
strato di chissà quale affascinante materia, mi riempivano di
salmastri baci.
Lo desideravo.
Fu quella mattina, che quasi persi il
totale controllo del mio corpo.
Era la prima volta che mi trovavo nella
stessa classe di Nunzio, e l'emozione che provai nel trovarlo
esattamente di fronte a me fu indescrivibile.
I suoi jeans erano così abbassati da
lasciare intravedere perfettamente quello che andavano a coprire. Da
quella fessura, milioni di fili simili al crine di un unicorno
deliziavano la mia vista, mentre l'odore che quella celeste visione
emanava era indescrivibile.
Era un odore così selvaggio e
primitivo. Un odore che riusciva a scatenare tutti i miei sensi.
Nelle lezioni alle quali lui prendeva
parte era davvero difficile concentrarsi.
La maggior parte degli sguardi
femminili e non solo erano puntati verso la sua persona, in un
atteggiamento di totale malizia.
I ragazzi, da come Margareth aveva
avuto la premura di farmi notare, odiavano tutti i membri maschi
della famiglia Fottarelli, dato che da quando questi ultimi avevano
fatto la loro comparsa, il mercato delle ragazze aveva iniziato a
vacillare terribilmente.
Ma come potevano non comprendere di non
avere nessuna chance se comparati a due esemplari del genere.
Provai per un attimo a portare il mio
sguardo verso Paul.
Prima dell'incontro con Nunzio,
probabilmente avrei classificato Paul come “Decente” o
addirittura “Carino” ma adesso era solamente una nullità ai miei
occhi.
I suoi folti capelli castani mi
ricordavano una ragnatela male tessuta, mentre la sua drasticamente
cerea e diafana pelle era davvero un disgusto, se comparata alla
riccamente decorata pelle di Nunzio.
Le braccia di Paul non emanavano altro
che freddezza, ed i suoi orrendi e statuari muscoli erano uno scempio
ai miei occhi. Toccarlo sarebbe stato un'oscenità, se messo a
confronto con l'ormonale ed eccitante figura di Nunzio.
Fu in quell'esatto istante che credetti
di avere delle allucinazioni, probabilmente causate dall'onirica
visione del ragazzo che mi stava di fronte.
Era impossibile.
Non poteva essere vero, eppure il mio
udito ed il mio olfatto non mi avevano mai tradita prima.
Era come se dal fondoschiena di Nunzio
fosse fuoriuscita una strana vampata di qualche ignoto gas.
Provai a chiudere gli occhi nel
tentativo di percepire meglio quello che mi circondava, ed in
quell'esatto istante credetti davvero di essere arrivata in paradiso.
L'odore che Nunzio aveva emanato era la
cosa più deliziosa e inebriante che avessi mai avuto l'onore di
annusare.
Le mie narici erano in fibrillazione, come se danzassero nel percepire quell'incantevole aroma.
Le mie narici erano in fibrillazione, come se danzassero nel percepire quell'incantevole aroma.
Ma cosa poteva mai essere? No, di certo
mi stavo sbagliando, la mia percezione doveva sicuramente essere
stata messa a dura prova.
Era stato solamente un bel sogno.
Ma quell'odore, quel magnifico odore
non mi abbandonava, e fui anche certa di notare uno spostamento delle
anche di Nunzio nel probabile tentativo di dare totale libertà
all'uscita di quell'orgasmico tempore che dalle sue conturbanti
natiche fuoriusciva.
C'era qualcosa di misterioso e strano in quel ragazzo.
Qualcosa che rendeva la sua figura ancor più degna di nota.
C'era qualcosa di misterioso e strano in quel ragazzo.
Qualcosa che rendeva la sua figura ancor più degna di nota.
<< Oh scusami!>>
La aiutai a rialzarsi, afferrandole
saldamente la mano, e deglutii.
Addolorata si era scontrata con me, e
nell'esatto istante in cui i nostri corpi si erano toccati, una
vampata di calore mi aveva percorso.
Il lieve strato di quel pregiato olio
che cospargeva la sua persona adesso si trovava su di me, e con uno
sforzo immane riuscii a non leccarmi le dite per assaporare meglio
tale delizia.
<< Non preoccuparti.>>
Dissi in tono tremante, messa in un'oscura soggezione dalla ragazza
che mi stava di fronte.
Adesso riuscivo davvero ad osservare
quella inumana creatura nella sua interezza.
Il suo voto era ancora più perfetto di
quanto mi fosse parso il primo giorno.
I suo denti non cadevano nella solita
monotonia del resto delle persone, ma seguivano un differente
andamento, come se avessero vita propria.
Al lato del suo naso, un qualcosa di
fortemente somigliante ad una perla marina, si faceva spazio,
attirando l'attenzione di tutti coloro che avevano l'onore di
rivolgerle la parole. Era così perfetta, ed emanava un senso di pura
sensualità.
Desideravo toccarlo.
Desideravo toccarlo.
Un innaturale ma attraente grigiore
caratterizzava il contorno superiore della sua bocca, mentre
nell'udirla parlare non si poteva non rimanere esterrefatti.
La sua soave voce, penetrò ancora una
volta le mie indegne orecchie.
<< Tu sei La ragazza nuova vero?>>
<< Tu sei La ragazza nuova vero?>>
Deglutii muovendo il capo su e giù,
senza avere il coraggio di aprire bocca. Ero come incantata dalla sua
presenza, e le mie corde vocali non parevano voler collaborare.
Accidenti.
<< Io sono Addolorata >>
Disse porgendomi la mano << piacere.>>
Gliela afferrai ancora una volta,
questa volta percependo ancora meglio quello strano calore che mi era
parso di avvertire anche prima. Probabilmente doveva essere solo
l'emozione.
Prima che potessi aprire bocca,
Gervasio, suo fratello, si stava avvicinando.
<< Addolorata, sbrigati dobbiamo
andarcene.>>
Le sue ossa, così perfettamente
visibili a occhio nudo, lo rendevano carico di una impressionante
sensualità che difficilmente era riscontrabile nel resto della
popolazione.
Il suo perfetto sopracciglio pareva
ogni giorno più folto e virile, mentre, come in quel momento ebbi la
possibilità di notare, la sua schiena pareva formare una curva, tale
da dargli un'aria ancor più particolare e fascinosa.
I miei pensieri non facevano altro che andare verso i Fottarelli.
Da quando li avevo visti, la mia vita era totalmente cambiata, e il mio senso della bellezza era completamente variato.
I miei pensieri non facevano altro che andare verso i Fottarelli.
Da quando li avevo visti, la mia vita era totalmente cambiata, e il mio senso della bellezza era completamente variato.
Ma continuavo a pensare che ci fosse
qualcosa di diverso in loro, qualcosa di estremamente sbagliato, che
però riusciva a conferirli quell'assurda ed innaturale bellezza.
Cosa poteva mai essere?
Non lo sapevo, ma prima o poi, l'avrei
scoperto.
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