Quando mi lasciai andare sul letto le
mie mani ancora tremavano.
Era come se ogni mia convinzione fosse
stata brutalmente estirpata dalla mia mante. Non ero più certa di
niente. Chi era Nunzio? O meglio, cosa era?
Queste domande continuavano
imperterrite a rotearmi in testa senza che risposta soggiungesse.
Mi sollevai e sospirai. Forse era tutto
un malinteso. Forse mi stavo sbagliando, ed erano state solamente una
serie di sfortunate coincidenze.
Quasi mi venne da ridere nel pensare a
quanto malamente riuscissi a mentire a me stessa.
No. C'era davvero qualcosa di sinistro
e misterioso in quel ragazzo, ed ormai ero certa di sapere di cosa si
trattasse. Perfino pronunciarlo nella mi mente mi terrorizzava.
Cosa dovevo fare? Mantenere il segreto?
Ma quale segreto poi? Nonostante la moltitudine di prove che avevo
raccolto la mia rimaneva solamente una supposizione, niente era
certo.
Cercai di tranquillizzarmi pensando ad
altro.
A breve la sagra del Bloodmallow
avrebbe aperto i battenti, e l'intera Orentown continuava ad essere
estremamente emozionata per tale avvenimento.
Le strade si ricoprivano di
nullafacenti signore che ogni giorni si recavano nell'enorme stand
all'interno del quale la ciclopica struttura formata dai Bloodmallow
stava prendendo forma.
Le suddette massaie, affamate di
pettegolezzi, stabilivano quello come punto d'incontro per poter
iniziare a sparlare di tutti i poveri sfortunati che capitavano sotto
i loro occhi, lanciando spudoratamente i loro insensati giudizi.
Oltre ad essere la patria indiscussa
delle false dicerie, avevo scoperto che la popolazione di quel luogo
aveva delle preferenze politiche che potevano essere ampiamente
criticate.
Il nostro mondo politico poteva vantare
un'ampia specie di personaggi con differenti idee.
Avevamo ladri, ex galeotti, persone che
spendevano il nostro denaro per andare a spassarsela con donne dal
dubbio mestiere, e poi vi era il personaggio per il quale la
popolazione di Orentown patteggiava maggiormente.
Il suo nome era Ribusso Tombe, ed era
il fondatore di un partito politico chiamato Setta Ovest.
Nonostante l'idiozia che quest'uomo
aveva dimostrato nei suoi anni di presenza al nostro governo, vi era
sempre la costante presenza di un ampio numero di persone pronte a
dare il loro voto per veder realizzate le deliranti idee del Tombe.
Queste erano soprattutto idee pseudo
razziste, che prevedevano la divisione in due parti del nostro paese.
Da grande intellettuale e colta persona
quale Ribusso era, egli credeva che solamente la parte Ovest del
nostro paese fosse degna di ricevere aiuti dallo stato, mentre la
parte Est doveva staccarsi e diventare una nazione a parte, essendo
essa più povera e bisognosa.
Egli era convinto che la popolazione
risiedente nella parte Est dello stato rubasse il lavoro ai colti
borghesi dell'ovest, e aveva quindi proposto una scissione.
Il nuovo stato, composto quindi solo
dalla parte ovest, sarebbe stata appellata con il nome di Perugionia.
Difatti, gli slogan che
contraddistinguevano la Setta Ovest erano spesso frasi del tipo
“Perugionia Libera”. La cosa strana era che Ribusso, nonostante
gli svariati insulti alla popolazione dell'est, avesse una moglie
proveniente esattamente da quella zona del paese. Viva la coerenza.
Altra grande idea che caratterizzava la
Setta, era il forte razzismo verso gli stranieri provenienti da altri
paesi.
I settisti, ovvero coloro che seguivano
le idee della setta, erano convinti che gli immigrati non avessero
diritto di risiedere nel nostro stato, e vi era, secondo loro,
l'immediata necessità di espellerli.
Questo però loro non lo chiamavano
razzismo.
Certo che no. Quale sano di mente
poteva credere che dei personaggi secessionisti e xenofobi potessero
avere idee razziste? Ma nessuno certamente.
La cosa che riusciva a strappare una
risata in tutta quella situazione era il figlio di Ribusso,
conosciuto da tutti come Il Carpa.
Costui era un ragazzo dotato di
un'ignoranza talmente ampia, da far risultare dilemmi machiavellici i
puzzle a due pezzi.
Dopo essere stato bocciato tre volte
all'esame di maturità, era (ancora non si sa come) riuscito a
passare la quarta volta, andando in seguito ad acquistare una laurea
in uno dei paesi dei quali criticava tanto gli abitanti. Tanto per
ribadire la coerenza che regnava in quella famiglia.
Come sottolineato, la maggior parte
della popolazione Orentowniana sosteneva apertamente le idee per
nulla razziste ed ancor meno xenofobe del Tombe.
Secondo loro la sua politica ci avrebbe
solamente aiutati ad uscire dalla tremenda crisi che aveva bombardato
le nostre tasche.
Inutile era prolungarsi in discorsi
politici con loro. Parlarne con un mulo da soma sarebbe stato molto
più costruttivo, e certamente l'animale in questione avrebbe capito
i suoi errori.
Ma Orentown aveva anche persone con una
mentalità lievemente più aperta e critica rispetto al mondo.
Peccato che questi ultimi tentassero di andarsene appena ne avevano
la possibilità.
Come dar loro torto.
Non riuscii più andare avanti con
questi falsi ragionamenti. Mi avvicinai al computer e scrissi le
parole che tanto bravavano di essere da me digitate. Ma non comparve
niente.
Tutte le informazioni visive sugli
umani erano state eliminate, e gli unici dati rintracciabili erano
fonti scritte.
Me ne andai, delusa.
Deglutii, sapendo di aver preso una
decisione.
L'avrei fatto, senza che impedimento
alcuno sopraggiungesse.
Adesso ne ero certa.
Le strade quella sera erano talmente
ricolme di persone da rendere impossibile il completo movimento delle
braccia. Pensai che un kalashnikov avrebbe di certo risolto il mio
problema.
Paul mi stava facendo strada nel
tentativo di condurmi assieme a lui e agli altri in un punto della
città dal quale fosse possibile osservare in tranquillità lo
spettacolo senza essere privati degli arti.
La Sagra quell'anno aveva davvero
accolto un numero spropositato di persone provenienti da ogni angolo
del Paese.
La prima cosa che allietò i nostri occhi, fu il passaggio di un enorme carro contenente tre bustine di Bloodmallow. Margareth mi spiegò che quelli in particolare erano stati realizzati con un concentrato di sangue differente dagli altri, e per questo il loro prezzo toccava limiti inimmaginabili.
La prima cosa che allietò i nostri occhi, fu il passaggio di un enorme carro contenente tre bustine di Bloodmallow. Margareth mi spiegò che quelli in particolare erano stati realizzati con un concentrato di sangue differente dagli altri, e per questo il loro prezzo toccava limiti inimmaginabili.
La ragazza si premurò di informarmi
che aveva chiesto a suo padre di tentare di ottenere uno di quei
pacchetti che da molti venivano bramati. Si offrì anche di farmene
assaggiare uno in caso li avesse ottenuti.
Era strano come l'affetto che Margareth
aveva nei miei confronti pareva essere aumentato così tanto nel
breve periodo che avevo trascorso ad Orentown. La cosa non mi
dispiaceva di certo, mi incuriosiva semplicemente.
Il luogo al quale Paul si riferiva,
dove sarebbe stato semplice ammirare lo spettacolo, si rivelò essere
un enorme terrazza che dava sulla strada principale della città.
Prima che avessi il tempo di prendere
posto alcuni dei ragazzi presenti tirarono fuori delle cartine
anomalamente lunghe, assieme ad una bustina trasparente dall'ormai
noto contenuto.
Il risultato fu una lunga e trasparente
stecca contenente il materiale che ancora era considerato illegale
dalle nostre parti.
Margareth fece un tiro per poi passarla
a me. La afferrai portandomela tra le labbra e inspirai.
Il sapore dell'aglio pervase i miei
polmoni più di una volta, dandomi un'incredibile sensazione di calma
e tranquillità.
<< Non ti facevo una da aglio.>>
Disse Paul, afferrando la canna e inspirando profondamente.
Non risposi, ma sorrisi flebilmente
nella speranza che se ne accorgesse.
In realtà non ero solita fumare.
Perfino le semplici sigarette non erano di mio gradimento, ma avevo
deciso di provare nuove esperienze a causa del clima di penetrante
monotonia nel quale adesso vivevo.
Nonostante il nostro stato considerasse
l'aglio illegale, quest'ultimo era stato liberalizzato in molti altri
Paesi nei quali adesso era possibile fumarlo senza il minimo
problema.
Molte erano le discussioni che i nostri
politici intraprendevano a riguardo, ma era sempre chiaro che la
maggior parte di essi fosse contro la legalizzazione di tale
prodotto.
La cosa mi interessava in minima parte,
e lo stesso riguardava anche i mie coetanei. Trovare dell'aglio qui
era tanto facile quanto in tutto il resto del mondo, e le possibilità
di essere sorpresi a fumarlo erano minime. Non avevamo bisogno di
vederlo legalizzato per usufruirne.
Lasciavamo i politici sbraitare come
animali, la cosa non ci tangeva minimamente.
Quando l'enorme carro fatto di
Bloodmallow ci passò davanti, a malapena ce ne accorgemmo.
Era una polifemica struttura
raffigurante il castello di Bran.
Riferimenti religiosi a fiumi. A stento
mi trattenni dal lanciarmi sulla costruzione per tentare di ridurla a
brandelli. Ed il fatto che fossi per metà nel mondo degli elefanti
rosa non aiutava di certo.
Ma fu solamente un particolare a
fermare il mio istinto omicida.
Nunzio.
Camminava velocemente per tentare di
allontanarsi dalla folla.
Prima ancora che il resto del gruppo
avesse il tempo di aprir bocca mi affrettai a scendere le scale per
raggiungerlo.
La miriade di turisti accorsi per
vedere quel maledetto esempio di religiosità fatta di dolciumi non
mi rese il compito facile, ma capii che Nunzio si stava avviando
verso la foresta, lontano da tutto quel baccano.
L'effetto dell'aglio si stava facendo
sempre più forte, ed malapena riuscivo a stare in piedi, ma la cosa
non mi interessava. Volevo solamente parlare con Nunzio., e l'avrei
fatto a costo di rimetterci le gambe.
Quando riuscii a raggiungerlo eravamo
nel centro di una piccola radura, scarsamente illuminata dalla luce
della luna. Il suo volto mi fece perfino un effetto peggiore di
quello causatomi dall'aglio. I miei respiri si fecero irregolari e
intensi. << Nunzio!>>
Si voltò rapidamente, sollevando la
mano in segno di saluto. Con grande eccitazione potei notare che le
chiazze situate solitamente sotto le sue braccia erano tutt'ora
presenti.
<< Ciao. Che ci fai qui?>>
Chiese, visibilmente incuriosito.
Mi guardai intorno ancora una volta <<
Potrei farti la stessa domanda.>>
Nunzio parve stupito << Stavo
tornando a casa, e questa è una scorciatoia. Non ne potevo più di
tutta quella folla urlante.>>
Come dargli torno. Sorrisi osservando
le sue labbra che si arricciavano. Anche malamente illuminato,
Nunzio, risultava meraviglioso ai miei occhi.
Presi fiato un'ultima volta, e mi feci
seria << Devo parlarti.>>
Il ragazzo non parve per niente
sorpreso, ma si avvicinò alla mia persona, come per tentare di
prestare maggiore attenzione a quello che avevo da dire.
Nella mia mente, il discorso che avrei
dovuto riportargli suonava perfetto e coinciso, mentre adesso non
sapevo da dove iniziare. Presi fiato un'ultima volta.
<< C'è qualcosa di strano in te,
Nunzio, e non puoi negarlo>> Abbassai gli occhi, imbarazzata da
quella che poteva essere la sua reazione << le tue natiche
emanano uno strano e paradisiaco gas.
Le tue ascelle sono costantemente
segnate da una meravigliosa rugiada. Ho visto Addolorata sputare
sangue. Sangue! E infine sono certa di averti adocchiato mentre
mangiavi...del prosciutto cotto.>>
Deglutii senza avere il coraggio di
sollevare gli occhi << Io lo so cosa sei.>> Ancora una
volta presi un enorme respiro << Tu sei un essere umano.>>
Solo allora mi resi conto di quanto
veritiere fossero le mie parole.
Solo in quel momento mi accorsi di
essere davvero convinta di quello che avevo appena rivelato.
Nunzio mi guardò per un intenso,
interminabile istante.
<< Ovviamente.>> Rispose.
Mi sentii crollare le ginocchia.
Li, seduta tra i rami spezzati di quel
bosco, Nunzio mi aveva appena rivelato di essere una creatura creduta
estinta. E lo aveva fatto con una noncuranza estrema.
<< Perchè, cosa dovrei essere?>>
Aggiunse qualche istante dopo.
Mi sollevai in piedi << Nunzio ma
che stai dicendo? Ti prendi anche gioco di me? Dopotutto non mi
stupisce, sei riuscito a prenderti gioco di un'intera città di
vampiri per tutto questo tempo!>>
Il ragazzo parve sconcertato, come se
le mie parole non avessero senso per lui.
<< Città di vampiri? Lace ma sei
certa di star bene, non è che ti sei calata qualcosa vero?>>
Sbuffai << Nunzio smettila! Hai
appena ammesso di essere un umano, hai idea di come mi senta!>>
Nunzio si avvicinò << Credo che
qualcuno ti abbia drogata, o chissà. Stai delirando, te ne rendi
conto? Perchè dovrebbe stupirti il fatto che io sia un umano? Anche
tu lo sei, se è per questo.>>
Lo guardai torvo << Certo che no.
Io sono un normale vampiro, cosa ti fa pensare che possa essere una
di voi?>>
Il ragazzo parve davvero stanco di
sentirmi parlare << Davvero divertente, adesso mostrami i tuoi
affilatissimi denti e preghiamo insieme il signore oscuro. Smettila
di fare la bambina Lace.>>
<< Anche tu credi in Vlad
allora?>> Dissi in tono incerto << e per quanto riguarda
i miei denti, se volevi che te li mostrassi bastava chiedere.>>
Prima che Nunzio avesse il tempo di
fare qualsiasi movimento spalancai la bocca, facendo allungare i
canini dei quali tanto andavo fiera. Anni di continui lavaggi e filo
interdentale si dimostravano utili una volta tanto.
L'aria annoiata di Nunzio scomparve. La
sua bocca si spalanco tanto quanto la mia, ma nessuna zanna parve
spuntare da essa. Era solo stupore.
Il ragazzo tentò di dire qualcosa ma
stava tremando come una foglia strappata via da un uragano.
Le sue mani mi indicavano incredulo, e
prima che avessi il tempo di ritirare i mie denti, scappò in preda
al terrore, urlando e piangendo.
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