Il sole non era ancora sorto quando
udii il suono del campanello penetrarmi selvaggiamente il sistema
uditivo.
Ad Orentown, oltre ad essere
terribilmente religiosi, le persone avevano l'ignobile idea di voler
convertire tutti a quella che secondo loro era l'unica via di
salvezza per poter trascorrere l'eternità tra gli inferi, dove il
sangue scorreva a fiumi e dove Vlad ci stava attendendo
calorosamente.
La loro fissazione raggiungeva livelli
tali, che pur di convincerti delle loro idee, si arrogavano il
diritto di presentarsi alla porta di casa tua con un opuscolo in
mano, ed un sorriso sulle labbra.
<< La fine è vicina!>>
Urlò un membro della comunità, quando aprii la porta.
Non so come, ma mi trattenni dello
sputargli in bocca.
<< Preparati cara, la fine è
vicina!>>
La persona che mi stava davanti era un
uomo molto distinto, con un paio di enormi occhiali e dei capelli a
spazzola. Le sue mani erano in continuo fermento, e non parevano
volersi fermare mentre, con un tono da esaltato, citava i motivi per
i quali mi sarei dovuta presentare ogni lunedì per celebrare il
grande Vlad, nella chiesa della città.
I mie occhi non erano ancora in grado
di mettere bene a fuoco quello che circondava, ma non mi parve il
caso di sbattergli la porta in faccia, per mettere poi in dubbio il
mestiere di sua madre.
Optai dunque per una più dignitosa via d'uscita. << Mi dispiace, mio padre non è in casa.>>
Optai dunque per una più dignitosa via d'uscita. << Mi dispiace, mio padre non è in casa.>>
La storiella della povera orfanella
aveva sempre funzionato.
Solitamente, quando ricevevo chiamate
indesiderate da parte di ancor più irritanti individui che tentavano
di convincermi che potevo avere un piano tariffario migliore, ero
solita rispondere di essere sola in casa, per poi andare a
riattaccare.
L'uomo davanti a me non parve per
niente impressionato. Il diabetico sorriso che aveva si ampliò,
mentre tentava di farsi spazio nella porta d'entrata.
<< Non c'è problema! Voi siete i
Miles, vero? Benvenuti nella nostra piccola cittadina. Sono certo che
vi troverete bene.>>
L'uomo aveva una voce che sfiorava
l'insopportabile. Era come se ogni sua parole fosse stata studiata
prima di presentarsi alla mia porta. Idiota.
<< Ne sono certa anche io>>
Risposi prima di salutarlo con un cenno di capo, per poi tentare in
vano di chiudere la porta. Ma la sua gamba era li, pronta a fermare
qualunque mio tentativo di salvezza.
L'uomo si sistemò gli occhiali <<
Volevo avvertire te e tuo padre che le funzioni religiose si tengono
ogni lunedì dalle nove e trenta fino alle dieci e trenta. Spero
vivamente che sarete presenti.>>
Odiare quell'uomo mi risultò
incredibilmente facile. Come mi sarebbe risultato facile odiare
qualunque individuo avesse tentato di svegliarmi alle sette di
mattina di un qualsiasi sabato. Ma la privacy era qualcosa che, avevo
notato, non esisteva ad Orentown. Le persone erano di una curiosità
quasi isterica, e quando volevano sapere qualcosa, loro riuscivano a
scoprire tutto, a costo di inventarsela di proprio pugno.
A scuola avevo notato che i ragazzi le
cui famiglie facevano parete della comunità erano più strani di
quanto normalmente fosse concesso ad una scuola pubblica. Portavano
al collo enormi paletti e si riunivano in giardino a cantare canzoni
su Vlad e su quanto immensa la sua benevolenza fosse.
Nel nostro stato, la religione più
diffusa era quella Draculiana, seguita a ruota dai Satanisti per
arrivare poi ai piccoli ceppi quali i Dissanguatori e gli
Squartatoriani.
La chiesa Draculiana contava più della
metà della popolazione mondiale, e la sua sede principale era a
Bran, in Transilvania.
Era d'obbligo, per ogni buon
Draculiano, fare visita a Bran almeno una volta nella vita come segno
di rispetto per Vlad. Il Gran Sacerdote, capo spirituale del
Draculianesimo, risiedeva nel castello della suddetta città, ed era
una delle persone che nella nostra società aveva un potere fin
troppo alto.
L'attuale Gran Sacerdote era di
provenienza tedesca, un certo Joustin Razister. Covavo per lui un
vero e profondo odio, a causa soprattutto delle sue idee giurassiche
e fondamentaliste. Il Sacerdote era contrario ed ogni tipo di sangue
artificiale ed a sentir lui, i Bloodmellow erano uno strumento dei
cieli, adibiti a portarci alla miseria e alla perversione. Nonostante
i fondamentalisti Draculiani rifiutassero di acquistare i
Bloodmallow, il mercato di tale prodotto non aveva mai sentito la
loro vera mancanza. Vi erano altri milioni di persone che
giornalmente spendevano i loro averi nel prodotto che l'azienda di
mio padre produceva.
Un altro motivo per il quale avevo
iniziato a odiare Il Gran Sacerdote e tutti i Draculiani, erano i
principi razzisti che la loro religione imponeva.
“Vlad vi ama tutti” era solito riferire il Sacerdote nelle sue conferenza. Si dimenticava sempre di aggiungere per che, una piccola parentesi all'amore infinito di Vlad era presente. Sarebbe stato più corretto dire: “Vlad vi ama tutti. A meno che siate di un'altra religione, abbiate avuto figli fuori dal matrimonio, abbiate avuto relazioni prematrimoniali, vi masturbiate o usiate profilattici.”
In realtà le cose non concesse dal Draculianesmo erano infinite, tanto che perfino ricordarle tutte sarebbe stato da pazzi, ma coloro che si credevano veri fedeli di questa religione si limitavano a non fare niente che contenesse la parola sessuale fino al matrimonio.
“Vlad vi ama tutti” era solito riferire il Sacerdote nelle sue conferenza. Si dimenticava sempre di aggiungere per che, una piccola parentesi all'amore infinito di Vlad era presente. Sarebbe stato più corretto dire: “Vlad vi ama tutti. A meno che siate di un'altra religione, abbiate avuto figli fuori dal matrimonio, abbiate avuto relazioni prematrimoniali, vi masturbiate o usiate profilattici.”
In realtà le cose non concesse dal Draculianesmo erano infinite, tanto che perfino ricordarle tutte sarebbe stato da pazzi, ma coloro che si credevano veri fedeli di questa religione si limitavano a non fare niente che contenesse la parola sessuale fino al matrimonio.
La nostra scuola non era però popolata
da questi strambi individui, vi erano anche persone con le quali
passare il tempo poteva essere considerato divertente.
Margareth mi aveva fatto conoscere
molte delle sue amiche, la maggior parte delle quali erano
terribilmente infatuate di Nunzio.
Anche Gervasio non era da meno, ed il suo sopracciglio era divenuto un simbolo di stile ed eleganza all'interno dei muri della nostra scolaresca.
Anche Gervasio non era da meno, ed il suo sopracciglio era divenuto un simbolo di stile ed eleganza all'interno dei muri della nostra scolaresca.
Addolorata era qualcosa di fuori dal
comune.
Quasi ogni ragazza cercava di imitare
il sui stile, tentando inutilmente di prendere qualche chilo senza
mai riuscirci. Era diventato ormai comune vedere ragazze che si
dipingevano puntini bianchi sulla pelle per tentare di emulare
Addolorata, ma questo non era possibile.
Il suo volto era unico, così come lo tutta la sua persona.
Il suo volto era unico, così come lo tutta la sua persona.
Avevo saputo che era solita rifiutare
qualunque avance da parte dei ragazzi della scuola, e avvicinarla era
impossibile.
Quel giorno la vidi in palestra,
durante l'ora di educazioni fisica.
Osservarla in pantaloncini corti fu uno
spettacolo che mi scombussolò terribilmente. Le sue gambe erano così
ricolme e piene di un'amabile carne. Non come noi altre, i cui arti
erano indignitosamente secchi secche levigati.
Osservando meglio, notai che vi era
qualcosa di particolare in lei. O meglio,nei suoi arti inferiori. Da
li, milioni di piccoli fili, molto simili a quelli che nunzio aveva
nel fondoschiena, spuntavano qua e la, a volte più corti a volte più
lunghi. Ma com'era possibile?
Il mio desiderio sarebbe stato di
andare da lei ed iniziare a toccarla. Sentire il bellissimo strato di
fili che la ricoprivano sotto la mia mano, ed accarezzare il suo
volto, nella speranza che qualcuno di quei punti bianchi emettesse
quell'incredibile sostanza sulla mia plebea mano.
Quando arrivò il momento di iniziare
la partita di pallavolo, io mi trovavo esattamente dietro di lei.
Vedere le sue braccia sollevarsi e
scoprire per qualche istante la sua schiena fu devastante per me,
qualcosa a cui non ero preparata.
Quando saltava, tutto il suo corpo
pareva seguire il suo movimento, che non si fervava nemmeno quando i
suoi piedi avevano toccato terra.
E fu nell'esatto istante in cui si
risollevò da terra dopo una caduta, che lo percepii.
Era accaduto lo stesso con Nunzio
qualche giorno prima, quando aveva emanato quel paradisiaco gas dalle
sue natiche, ma con addolorata era diverso.
L'aroma che ella emanava non aveva
odore, ed in un certo senso mi pareva sbagliato addirittura definirlo
“aroma”, ed in secondo luogo, era uscito dalla sua bocca.
Ne ero certa.
Per un attimo le sue magnifiche labbra
si erano aperte ed avevano emesso una sorta di flusso d'aria, seguito
da un appena percepibile rumore.
La conferma di tutto questo arrivò
quando vidi Addolorata intenta a portare una delle sue mani davanti
alla bocca, nel tentativo di nascondere il gesto appena compiuto.
Rimasi immobile ad osservarla.
<< Eh ragazza nuova, la palla!>>
Urlò qualcuno, nel tentativo di avvertirmi.
Mi girai appena in tempo e, saltando,
schiaccia su quest'ultima.
Purtroppo, il mio colpo fu talmente
forte che la forma sferica si schiantò al suolo, lasciandovi un
buco, e rimbalzò indietro finendo sui denti di Addolorata.
Chiesi scusa al professore, ma non lui
capiva bene che un gioco del genere richiedesse qualche sacrificio,
ed il buco nel pavimento era un classico.
Nessuno si curò di Addolorata. Parve
solo strano che quel colpo l'avesse fatta cadere. Forse era stata la
distrazione a farle perdere l'equilibrio. Non ne ero certa.
Quando la ragazza chiese di poter
andare in bagno, pochi attimi dopo la seguii per accertarmi che
stesse bene e per scusarmi con lei.
Certamente quel colpo era paragonabile
ad una puntura di zanzara, ma era il gesto che poteva averla
infastidita.
<< Addolorata, scusami, davvero,
ma ero distratta.>>
La ragazza sollevò lo sguardo dal
lavandino sorridendo << Non preoccuparti, sono cose che
capitano.>>
Sorrisi a mia volta e feci per
andarmene, mentre addolorata si sciacquava il viso.
Prima che mi voltassi totalmente, scorsi qualcosa di sconcertante.
Prima che mi voltassi totalmente, scorsi qualcosa di sconcertante.
Un liquido rosso pareva uscire dalla
bocca di addolorata.
Era impossibile.
La ragazza, stava sputando sangue.
Nessun commento:
Posta un commento