giovedì 12 luglio 2012

Chapter 7 - Kill the parasites, save the world


<< Si >> disse Crocifissa << è esattamente così che stanno le cose.>>
Sospirai senza avere il coraggio di aprire bocca. Le mie ginocchia non si fermavano a causa del nervosismo, i miei occhi tentavano in vano di non incrociare i loro, e nella mia mente una sola domanda balzava qua e la: Cosa ci facevo io li?
La reazione che Nunzio aveva avuto nel vedere i miei canini era stata estrema, ed inizialmente non avevo capito perchè la paura più folle si fosse impossessata di lui. Adesso in vece era tutto chiaro.
L'avevo ricorso fino a casa sua, all'interno della quale si era barricato mentre continuava ad urlare e piangere come una ragazzina.
Improvvisamente il silenzio più totale aveva pervaso casa sua, e pezzi d'aglio erano iniziati a piombare e verso di me dalla finestra del piano superiore. Non avevo capito cosa c'entrasse il fumo in quel momento, visto e considerato che per quella sera di aglio ne avevo avuto abbastanza.
Poi, a seguire, tra le mani mi era arrivato un qualcosa che non avevo minimamente riconosciuto.
Si trattava di una croce di legno con sopra incollato un tizio mezzo nudo tutto d'argento.
Mi ero rigirata l'oggetto tra le mani, ma non avendo davvero la minima idea di cosa potesse essere, quindi lo avevo appoggiato alla porta, andando poi a bussare.
Inaspettatamente quest'ultima si era aperta prima del previsto, mostrandomi una donne che dalle meravigliose fattezze doveva certamente essere imparentata con Nunzio.
Le sue mani erano scavate da un incredibile numero di meravigliosi solchi, mentre le sue dita erano ornate da un enorme quantitativo di anelli dalle forme più bizzarre.
I suoi bellissimi occhi erano protetti da un paio di enormi lenti, e i suoi denti, a differenza di quelli dei suoi figli erano perfettamente dritti, ma avevano uno strano color argenteo. Sublime.
Le sue gambe seminude mostravano tutti i piccoli fili corvini che a differenza di sua figlia, parevano non essere mai stati toccati, rendendoli così selvaggi e ammalianti.
<< Io... Stavo cercando... >>
<< Entra, vieni.>> Aveva detto ancor prima che avessi avuto il tempo di terminare la mia frase.
Ormai ero stata certa che anche lei, come tutta la sia famiglia fosse un'umana, e la cosa mi aveva terrorizzata in un certo senso, ma guardando i suoi occhi, e le piccole bollicine bianche che emanava dalla bocca, non ero riuscita a resistere, e l'avevo seguita.

Adesso mi trovavo seduta su un divano, con dieci occhi puntati sulla mia persona, alla quale erano stati appena rivelati dei segreti che nessun altro avrebbe mai dovuto scoprire.
La famiglia di Nunzio era davvero una famiglia di esseri umani. Ma non era questa la parte shoccante.
In quei venti minuti passati con loro, avevo appreso come la storia potesse essere davvero modificata a proprio piacimento, raccontando idiozie a tutto il mondo.
Gli esseri umani, da come Crocifissa, la madre di Nunzio, mi aveva informata, non si erano mai realmente istinti.
Dopo anni di continua guerra per sterminare il loro genere, i capi di stato degli umani e quelli dei vampiri erano giunti ad una conclusione che non prevedesse altro spargimento di sangue, da nessuna delle due parti.
Agli umani era stata concessa una zona del pianeta nella quale vivere, a condizione che non uscissero mai da li. Per essere certi che nessun vampiro venisse a sapere della loro esistenza, la zona atmosferica sovrastante il terreno umano era stata resa penetrabile dai raggi solari, e tale notizia era era stata sparsa tra la popolazione vampirica, rendendo certo il fatto che nessuno si sarebbe mai avvicinato a quella parte della terra.
Molti degli umani erano a conoscenza di questo fatto, e dell'esistenza di una seconda razza che abitava il pianeta assieme a loro. Molti altri invece, tra i quali Nunzio, ne erano all'oscuro.
<< Ma allora, cosa ci fate voi qui, se non vi è permesso incontrare e vivere con i vampiri?>>
Il padre di Nunzio, che fino a quel momento non aveva parlato si chiarì la voce << Adesso ti spiego, da molti anni a questa parte i vampiri inseriscono ogni anni degli umani nelle loro città, per cercare di far nascere un contatto, una specie di integrazione. Noi siamo state una delle famiglie prescelte per questo compito. In realtà ce ne sono state molte altre, difatti sono tanti gli umani che vivono assieme a voi.>>
Lo osservai per qualche istante.
Era impossibile da dire, ma era quasi più bello di Nunzio.
Il suo nome era Renato, e la sua più grande particolarità era quella di avere la parte superiore delle labbra ricoperte da un ammasso di peli grigi, simili a quelli di Addolorata, ma molto più folti.
Nunzio dal canto suo si stava ancora riprendendo. Il fatto di vivere in una comunità di vampiri pareva averlo traumatizzato non poco, ed ero certa che non avesse ancora perdonato ai suoi tale menzogna.
Sospirai e mi feci coraggio << Nunzio, posso chiederti perchè mi hai tirata dell'aglio prima?>>
Il ragazzo sollevò gli occhi, ma pareva ancora troppo sconcertato per poter aprire bocca.
<< Nella cultura umana >> Iniziò Crocifissa << i vampiri sono solo una leggenda, e per allontanarli si dice basti dell'aglio.>>
Annuii. Questi umani non dovevano essere poi così furbi. E dire che qui dell'aglio costa un occhio della testa, sarebbe stato un sogno vedermelo tirare dietro.
<< E quel pezzo di legno con il tizio d'argento?>>
<< Gesù Cristo!>> Si sbrigò a correggermi Gervasio, con una voce lievemente indignata << quella è la crocifissione di Gesù Cristo.>>
Annuii, nonostante ne sapessi quanto prima del tizio seminudo.
Ero solamente sorpresa dopo aver appreso delle notizie del genere. Gli umani non erano estinti.
E davanti a me ve ne era la prova concreta.
Ma come potevano gli umani fidarsi dei vampiri dopo tutto quello che gli avevamo fatto? In che modo potevano vivere in mezzo a noi senza provare indignazione e disgusto?
<< Non riesco ancora a capire come facciano i vampiri a non riconoscere l'odore del vostro sangue.>> Dissi dubbiosa.
A questo punto, dopo un lungo silenzio, Crocifissa parlò di nuovo << E perchè non siete abituati al sangue umano. Dopo tutti questi anni senza averne assaggiato nemmeno un po', i vampiri non sanno più che sapore abbia il nostro sangue, ed è difficile da riconoscere. In più assumiamo quotidianamente delle gocce di questo >> Si sollevò per mostrarmi una piccola boccetta << Si tratta di stinco suino mescolato a un po' d'acqua. Ancora ci è ignaro, ma un vampiri può morire se ne assume troppo, e facendolo circolare nel nostro sangue, nascondiamo il nostro odore e ci difendiamo. Durante la guerra contro i vampiri, molti umani non poterono essere mangiati grazie a questo. La nostra sfortuna è che ormai i maiali sono sempre meno, e tentiamo di tenere in vita i pochi che ci rimangono.>>
Maiali.
Era lo stesso animale dal quale proveniva il prosciutto cotto, il materiale che nunzio stava mangiando qualche giorno fa.
<< Questo significa che voi uccidete gli animali per nutrirvi>>
I cinque membri della famiglia mi parvero sconcertati dalla domanda, some se la risposta dovesse essere quasi ovvia.
<< Certo che si, come potremmo sopravvivere altrimenti? Insomma, anche voi vampiri vi nutrite di sangue animale da quando gli umani sono creduti estinti, o no?>> Intervenne Renato, portandosi il mignolo dentro orecchio, e muovendolo freneticamente. Quello che ne usci fu qualcosa che mi fece ribollire dentro.
Il suo dito era ricoperto di uno strato verdastro ed invitante, che con mio enorme dispiacere dovetti smettere di guardare, altrimenti avrei rischiato certamente di correre da lui per averne un po'.
Riflettei invece su quello che aveva appena detto << Noi vampiri non uccidiamo gli animali. Preleviamo solo il sangue che ci è necessario e poi li liberiamo.>>
I loro sguardi erano più tetri che mai. Parevano non credere alle mie parole.
Ma adesso una cosa era chiara.
Gli umani uccidevano davvero gli animali, le informazioni che mi avevano fornito si erano appena dimostrate vere.
Ma chi ero io per giudicarli? I vampiri avevano quasi sterminato l'intera popolazione umana, e di certo io non potevo indignarmi perchè loro facevano lo stesso con gli animali.
Riflettei. Certo che potevo.
Io ero dispiaciuta di quello che i miei simili avevano fatto, ma non capivo come, avendo subito lo stesso brutale destino, gli umani potessero trattare allo stesso modo una razza che, a quanto mi era ormai chiaro, consideravano inferiore.
Avevo un milione di domande da fare ai Fottarelli, ma decisi di andarmene, segnandomele mentalmente.
Era chiaro a tutti che dovessi tenere la bocca chiusa per quanto riguardava l'avvenimento della serata.

<< Papà, per fare i Bloodmallow voi non uccidete gli animali vero?>>
Mio padre era seduto sul divano, facendo zapping con il telecomando ed inveendo contro le figure dei nostri politici che spuntavano qua e la.
Scosse la testa senza voltarsi << Certo che no, prendiamo da loro solo un po' di sangue, e li liberiamo.>>
Almeno ero certa di non aver raccontato frottole ai Fottarelli.
Adesso la domanda che dovevo porre era di gran lunga più complicata << Puoi dirmi allora perchè abbiamo ucciso gli umani? Voglio dire, molti sono stati sterminati anche senza che ci fosse la possibilità di bere il loro sangue.>>
Mio padre posò il telecomando e prese a guardarmi << Lace, devi capire che gli umani non erano considerati una semplice specie dalla quale prelevare del sangue ogni tanto. Loro erano crudeli, stavano avvelenando il pianeta. Il mondo che vedi oggi sarebbe stato solo un sogno se loro avessero continuato ad esistere. Oltre a sterminare molte specie di animali per il semplice profitto, agivano in modo stupido seguendo il loro Dio Denaro. Non avevano una morale, non credevano in niente se non nel potere e nei soldi.
Laghi, fiumi, mari interi stavano morendo a causa loro, e stavano anche uccidendo essi stessi a causa dell'inquinamento che creavano. Loro andavano sterminati, altrimenti questo pianeta sarebbe stato destinato a soccombere.>>
Le parole di mio padre rimbombavano acide nella mia mente << Ma probabilmente per sopravvivere avevano bisogno di nutrirsi di carne animale, e non vi era altra possibilità se non quella di ucciderli.>>
Mio padre scosse la testa << No Lace, l'organismo degli umani poteva sopravvivere perfettamente senza assumere carne. La loro era semplice avidità. Il problema principale degli esseri umani era la convinzione di essere al centro dell'universo. Secondo il loro parere, l'Umano era una creatura perfetta destinata a dominare su tutti gli altri. Non è mai passato in testa a nessuno di loro che il rispetto di quello che ci circonda sia fondamentale. Mi dispiace dire una cosa del genere, ma erano solo dei parassiti. Se la loro esistenza fosse andata avanti, per la terra sarebbe stata la fine.>>
Pensai tra me e me ad una cosa, rimproverandomi di non averci riflettuto prima << Ma se non fosse stato per l'inquinamento creato dagli umani, noi ci troveremmo ancora nascosti, a vivere nel sottosuolo.>>
<< Hai ragione>> Convenne mio padre << Ma non è stato l'inquinamento a darci la possibilità di uscire. Il gas che noi emaniamo non è affatto inquinante, è solo che si trovava tra gli agenti inquinanti. Preso singolarmente però, egli non ha alcun effetto dannoso. Certo, dobbiamo molto agli umani, ma ribadisco che se avessero continuato di questo passo, il pianeta così come lo conosciamo non esisterebbe più.>>
Quindi stando alle parole di mio padre, Nunzio non era altro che un parassita. Certo, un parassita con un fascino ed una bellezza inverosimili, ma pur sempre un parassita.

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