<< Si >> disse Crocifissa
<< è esattamente così che stanno le cose.>>
Sospirai senza avere il coraggio di
aprire bocca. Le mie ginocchia non si fermavano a causa del
nervosismo, i miei occhi tentavano in vano di non incrociare i loro,
e nella mia mente una sola domanda balzava qua e la: Cosa ci facevo
io li?
La reazione che Nunzio aveva avuto nel
vedere i miei canini era stata estrema, ed inizialmente non avevo
capito perchè la paura più folle si fosse impossessata di lui.
Adesso in vece era tutto chiaro.
L'avevo ricorso fino a casa sua,
all'interno della quale si era barricato mentre continuava ad urlare
e piangere come una ragazzina.
Improvvisamente il silenzio più totale aveva pervaso casa sua, e pezzi d'aglio erano iniziati a piombare e verso di me dalla finestra del piano superiore. Non avevo capito cosa c'entrasse il fumo in quel momento, visto e considerato che per quella sera di aglio ne avevo avuto abbastanza.
Improvvisamente il silenzio più totale aveva pervaso casa sua, e pezzi d'aglio erano iniziati a piombare e verso di me dalla finestra del piano superiore. Non avevo capito cosa c'entrasse il fumo in quel momento, visto e considerato che per quella sera di aglio ne avevo avuto abbastanza.
Poi, a seguire, tra le mani mi era
arrivato un qualcosa che non avevo minimamente riconosciuto.
Si trattava di una croce di legno con
sopra incollato un tizio mezzo nudo tutto d'argento.
Mi ero rigirata l'oggetto tra le mani,
ma non avendo davvero la minima idea di cosa potesse essere, quindi
lo avevo appoggiato alla porta, andando poi a bussare.
Inaspettatamente quest'ultima si era
aperta prima del previsto, mostrandomi una donne che dalle
meravigliose fattezze doveva certamente essere imparentata con
Nunzio.
Le sue mani erano scavate da un
incredibile numero di meravigliosi solchi, mentre le sue dita erano
ornate da un enorme quantitativo di anelli dalle forme più bizzarre.
I suoi bellissimi occhi erano protetti
da un paio di enormi lenti, e i suoi denti, a differenza di quelli
dei suoi figli erano perfettamente dritti, ma avevano uno strano
color argenteo. Sublime.
Le sue gambe seminude mostravano tutti
i piccoli fili corvini che a differenza di sua figlia, parevano non
essere mai stati toccati, rendendoli così selvaggi e ammalianti.
<< Io... Stavo cercando... >>
<< Entra, vieni.>> Aveva
detto ancor prima che avessi avuto il tempo di terminare la mia
frase.
Ormai ero stata certa che anche lei,
come tutta la sia famiglia fosse un'umana, e la cosa mi aveva
terrorizzata in un certo senso, ma guardando i suoi occhi, e le
piccole bollicine bianche che emanava dalla bocca, non ero riuscita a
resistere, e l'avevo seguita.
Adesso mi trovavo seduta su un divano,
con dieci occhi puntati sulla mia persona, alla quale erano stati
appena rivelati dei segreti che nessun altro avrebbe mai dovuto
scoprire.
La famiglia di Nunzio era davvero una
famiglia di esseri umani. Ma non era questa la parte shoccante.
In quei venti minuti passati con loro,
avevo appreso come la storia potesse essere davvero modificata a
proprio piacimento, raccontando idiozie a tutto il mondo.
Gli esseri umani, da come Crocifissa,
la madre di Nunzio, mi aveva informata, non si erano mai realmente
istinti.
Dopo anni di continua guerra per
sterminare il loro genere, i capi di stato degli umani e quelli dei
vampiri erano giunti ad una conclusione che non prevedesse altro
spargimento di sangue, da nessuna delle due parti.
Agli umani era stata concessa una zona
del pianeta nella quale vivere, a condizione che non uscissero mai
da li. Per essere certi che nessun vampiro venisse a sapere della
loro esistenza, la zona atmosferica sovrastante il terreno umano era
stata resa penetrabile dai raggi solari, e tale notizia era era stata
sparsa tra la popolazione vampirica, rendendo certo il fatto che
nessuno si sarebbe mai avvicinato a quella parte della terra.
Molti degli umani erano a conoscenza di
questo fatto, e dell'esistenza di una seconda razza che abitava il
pianeta assieme a loro. Molti altri invece, tra i quali Nunzio, ne
erano all'oscuro.
<< Ma allora, cosa ci fate voi
qui, se non vi è permesso incontrare e vivere con i vampiri?>>
Il padre di Nunzio, che fino a quel
momento non aveva parlato si chiarì la voce << Adesso ti
spiego, da molti anni a questa parte i vampiri inseriscono ogni anni
degli umani nelle loro città, per cercare di far nascere un
contatto, una specie di integrazione. Noi siamo state una delle
famiglie prescelte per questo compito. In realtà ce ne sono state
molte altre, difatti sono tanti gli umani che vivono assieme a voi.>>
Lo osservai per qualche istante.
Era impossibile da dire, ma era quasi
più bello di Nunzio.
Il suo nome era Renato, e la sua più
grande particolarità era quella di avere la parte superiore delle
labbra ricoperte da un ammasso di peli grigi, simili a quelli di
Addolorata, ma molto più folti.
Nunzio dal canto suo si stava ancora
riprendendo. Il fatto di vivere in una comunità di vampiri pareva
averlo traumatizzato non poco, ed ero certa che non avesse ancora
perdonato ai suoi tale menzogna.
Sospirai e mi feci coraggio <<
Nunzio, posso chiederti perchè mi hai tirata dell'aglio prima?>>
Il ragazzo sollevò gli occhi, ma
pareva ancora troppo sconcertato per poter aprire bocca.
<< Nella cultura umana >>
Iniziò Crocifissa << i vampiri sono solo una leggenda, e per
allontanarli si dice basti dell'aglio.>>
Annuii. Questi umani non dovevano
essere poi così furbi. E dire che qui dell'aglio costa un occhio
della testa, sarebbe stato un sogno vedermelo tirare dietro.
<< E quel pezzo di legno con il
tizio d'argento?>>
<< Gesù Cristo!>> Si
sbrigò a correggermi Gervasio, con una voce lievemente indignata <<
quella è la crocifissione di Gesù Cristo.>>
Annuii, nonostante ne sapessi quanto
prima del tizio seminudo.
Ero solamente sorpresa dopo aver
appreso delle notizie del genere. Gli umani non erano estinti.
E davanti a me ve ne era la prova
concreta.
Ma come potevano gli umani fidarsi dei
vampiri dopo tutto quello che gli avevamo fatto? In che modo potevano
vivere in mezzo a noi senza provare indignazione e disgusto?
<< Non riesco ancora a capire
come facciano i vampiri a non riconoscere l'odore del vostro
sangue.>> Dissi dubbiosa.
A questo punto, dopo un lungo silenzio,
Crocifissa parlò di nuovo << E perchè non siete abituati al
sangue umano. Dopo tutti questi anni senza averne assaggiato nemmeno
un po', i vampiri non sanno più che sapore abbia il nostro sangue,
ed è difficile da riconoscere. In più assumiamo quotidianamente
delle gocce di questo >> Si sollevò per mostrarmi una piccola
boccetta << Si tratta di stinco suino mescolato a un po'
d'acqua. Ancora ci è ignaro, ma un vampiri può morire se ne assume
troppo, e facendolo circolare nel nostro sangue, nascondiamo il
nostro odore e ci difendiamo. Durante la guerra contro i vampiri,
molti umani non poterono essere mangiati grazie a questo. La nostra
sfortuna è che ormai i maiali sono sempre meno, e tentiamo di tenere
in vita i pochi che ci rimangono.>>
Maiali.
Era lo stesso animale dal quale
proveniva il prosciutto cotto, il materiale che nunzio stava
mangiando qualche giorno fa.
<< Questo significa che voi
uccidete gli animali per nutrirvi>>
I cinque membri della famiglia mi
parvero sconcertati dalla domanda, some se la risposta dovesse essere
quasi ovvia.
<< Certo che si, come potremmo
sopravvivere altrimenti? Insomma, anche voi vampiri vi nutrite di
sangue animale da quando gli umani sono creduti estinti, o no?>>
Intervenne Renato, portandosi il mignolo dentro orecchio, e
muovendolo freneticamente. Quello che ne usci fu qualcosa che mi fece
ribollire dentro.
Il suo dito era ricoperto di uno strato
verdastro ed invitante, che con mio enorme dispiacere dovetti
smettere di guardare, altrimenti avrei rischiato certamente di
correre da lui per averne un po'.
Riflettei invece su quello che aveva
appena detto << Noi vampiri non uccidiamo gli animali.
Preleviamo solo il sangue che ci è necessario e poi li
liberiamo.>>
I loro sguardi erano più tetri che mai. Parevano non credere alle mie parole.
I loro sguardi erano più tetri che mai. Parevano non credere alle mie parole.
Ma adesso una cosa era chiara.
Gli umani uccidevano davvero gli
animali, le informazioni che mi avevano fornito si erano appena
dimostrate vere.
Ma chi ero io per giudicarli? I vampiri
avevano quasi sterminato l'intera popolazione umana, e di certo io
non potevo indignarmi perchè loro facevano lo stesso con gli
animali.
Riflettei. Certo che potevo.
Io ero dispiaciuta di quello che i miei
simili avevano fatto, ma non capivo come, avendo subito lo stesso
brutale destino, gli umani potessero trattare allo stesso modo una
razza che, a quanto mi era ormai chiaro, consideravano inferiore.
Avevo un milione di domande da fare ai
Fottarelli, ma decisi di andarmene, segnandomele mentalmente.
Era chiaro a tutti che dovessi tenere
la bocca chiusa per quanto riguardava l'avvenimento della serata.
<< Papà, per fare i Bloodmallow
voi non uccidete gli animali vero?>>
Mio padre era seduto sul divano,
facendo zapping con il telecomando ed inveendo contro le figure dei
nostri politici che spuntavano qua e la.
Scosse la testa senza voltarsi <<
Certo che no, prendiamo da loro solo un po' di sangue, e li
liberiamo.>>
Almeno ero certa di non aver raccontato
frottole ai Fottarelli.
Adesso la domanda che dovevo porre era
di gran lunga più complicata << Puoi dirmi allora perchè
abbiamo ucciso gli umani? Voglio dire, molti sono stati sterminati
anche senza che ci fosse la possibilità di bere il loro sangue.>>
Mio padre posò il telecomando e prese
a guardarmi << Lace, devi capire che gli umani non erano
considerati una semplice specie dalla quale prelevare del sangue ogni
tanto. Loro erano crudeli, stavano avvelenando il pianeta. Il mondo
che vedi oggi sarebbe stato solo un sogno se loro avessero continuato
ad esistere. Oltre a sterminare molte specie di animali per il
semplice profitto, agivano in modo stupido seguendo il loro Dio
Denaro. Non avevano una morale, non credevano in niente se non nel
potere e nei soldi.
Laghi, fiumi, mari interi stavano
morendo a causa loro, e stavano anche uccidendo essi stessi a causa
dell'inquinamento che creavano. Loro andavano sterminati, altrimenti
questo pianeta sarebbe stato destinato a soccombere.>>
Le parole di mio padre rimbombavano
acide nella mia mente << Ma probabilmente per sopravvivere
avevano bisogno di nutrirsi di carne animale, e non vi era altra
possibilità se non quella di ucciderli.>>
Mio padre scosse la testa << No
Lace, l'organismo degli umani poteva sopravvivere perfettamente senza
assumere carne. La loro era semplice avidità. Il problema principale
degli esseri umani era la convinzione di essere al centro
dell'universo. Secondo il loro parere, l'Umano era una creatura
perfetta destinata a dominare su tutti gli altri. Non è mai passato
in testa a nessuno di loro che il rispetto di quello che ci circonda
sia fondamentale. Mi dispiace dire una cosa del genere, ma erano solo
dei parassiti. Se la loro esistenza fosse andata avanti, per la terra
sarebbe stata la fine.>>
Pensai tra me e me ad una cosa,
rimproverandomi di non averci riflettuto prima << Ma se non
fosse stato per l'inquinamento creato dagli umani, noi ci troveremmo
ancora nascosti, a vivere nel sottosuolo.>>
<< Hai ragione>> Convenne
mio padre << Ma non è stato l'inquinamento a darci la
possibilità di uscire. Il gas che noi emaniamo non è affatto
inquinante, è solo che si trovava tra gli agenti inquinanti. Preso
singolarmente però, egli non ha alcun effetto dannoso. Certo,
dobbiamo molto agli umani, ma ribadisco che se avessero continuato di
questo passo, il pianeta così come lo conosciamo non esisterebbe
più.>>
Quindi stando alle parole di mio padre,
Nunzio non era altro che un parassita. Certo, un parassita con un
fascino ed una bellezza inverosimili, ma pur sempre un parassita.
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